Il Pdl apre all’Udc sulle intercettazioni Il Pd: ostruzionismo

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ROMA — Il centro destra, spiega al Corriere della Sera, il consigliere giuridico del premier, Niccolò Ghedini, «sarebbe comunque in grado, con atto di imperio, di far passare il suo testo sulle intercettazioni ma in linea di principio sono contrario agli atti di imperio in materia processuale: per cui dico che su questa materia potrebbe manifestarsi anche una maggioranza più ampia perché, visto come stanno andando le cose, ora molti concordano con me che il provvedimento andava approvato un anno fa». Nel merito delle possibili modifiche al ddl Alfano, uscito in forma depotenziata dalla commissione Giustizia, l’avvocato del premier non chiude la porta in faccia all’Udc che nell’opposizione ha mostrato attenzione al tema delle fughe di notizie dalle procure: «È auspicabile una soluzione condivisa che raccolga con un emendamento il contenuto della legge Mastella. Quel testo, votato anche dall’Udc, tutela di più la garanzia di privacy dei cittadini ed è migliorativo perché consente il diritto di cronaca pur se attenuato dalle fasi processuali». In ogni caso, chiosa Ghedini, «qualcosa va fatto perché qualsiasi legge è migliore di quella che c’è ora».

A cinque giorni dal primo voto alla Camera sul ddl Alfano — mentre il Pd e l’Idv annunciano opposizione dura con una richiesta a Fini di allentare il contingentamento dei tempi, con centinaia di emendamenti di merito e altrettanti ordini del giorno — il Pdl non esclude la linea morbida, strizzando l’occhio all’Udc, ma solo se la mossa dovesse tonare utile al governo per evitare l’ennesima fiducia. L’obiettivo primario è, per usare le parole dell’avvocato di Taranto Luigi Vitali (Pdl), quello di «tamponare lo sputtanamento fermando la valanga di intercettazioni che arrivano sui giornali». Con quale intensità  verrà  regolato il divieto di pubblicare le intercettazioni (anche quelle non più segrete) si vedrà . È certo però che il problema — al di là  dei guai giudiziari del Cavaliere — esista e anche il vice presidente del Csm, il centrista Michele Vietti, ne denuncia gli eccessi pur respingendo l’idea dominante nel Pdl che «ci sia un complotto della magistratura: sono solo fantasie».

Vietti, dunque, almeno in parte non respinge le considerazioni di Ghedini: «Episodi recenti e ben noti, in cui testi integrali che riguardano terzi non coinvolti nelle indagini e fatti non rilevanti dal punto di vista penale, rappresentano un’anomalia». Detto questo, il vice di Napolitano al Csm rimanda la palla al legislatore: «La legge sulle intercettazioni affronta un tema reale e delicato. Tocca al Parlamento trovare una soluzione che bilanci libertà  di stampa e diritto alla riservatezza soprattutto per i terzi non coinvolti». Per cui, suggerisce Vietti che domani ascolterà  in plenum il discorso del Guardasigilli Nitto Palma, «se vogliamo arrivare a una soluzione duratura bisogna che le forze politiche facciano uno sforzo e arrivino a una soluzione condivisa».

Queste prove di disgelo si sono arricchite di un tassello quando l’ex ministro Clemente Mastella (autore del ddl approvato nella XV legislatura alla Camera quasi all’unanimità ) si è recato in via dell’Umiltà  dal segretario del Pdl Alfano: «Non abbiamo parlato di intercettazioni, è stato un incontro tra ex guardasigilli», giura Mastella che però si sta molto esponendo in tv per sostenere l’innesto nel ddl Alfano (più blando) del «suo divieto» di pubblicazione che esclude la divulgazione anche per riassunto degli atti di indagine fino alla sentenza di appello.

Ma tanto attivismo deve fare i conti con l’opposizione del Pd e dell’Idv, con i blogger preoccupati per le pesanti sanzioni previste anche per la rete e con magistrati di prima linea come Antonino Ingroia che temono il depotenziamento delle indagini: «Il ddl Alfano rischia di essere la pietra tombale su uno strumento che consente di arrestare latitanti di mafia, di impedire stragi e omicidi, di sequestrare tonnellate di droga, di smascherare politici corrotti». Condivide il segretario dell’Anm, Luca Palamara, che però avverte: «Le intercettazioni sono insostituibili, ma occorre trovare un argine alla diffusione del materiale irrilevante».


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