La carica delle coppie miste in Italia 30 mila nati l’anno

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ROMA. Anche da noi potrebbero presto diventare la maggiore minoranza del Paese. Non sono un ossimoro: sono i “meticci d’Italia”. Padre italiano, madre straniera o viceversa, i figli di coppie miste non arrestano la loro corsa: 23.970 nel 2008, 25mila nel 2009, oltre 29mila nel 2010.
Gli ultimi dati Istat parlano chiaro: il calo delle nascite in corso nel nostro Paese è da attribuirsi alla diminuzione dei nati da genitori entrambi italiani (25mila in meno in due anni). I nati da almeno un genitore straniero continuano invece ad aumentare, seppure a un ritmo più contenuto: in media 5mila in più nel 2009 e nel 2010, un incremento dimezzato rispetto a quanto osservato nel 2008. Più nel dettaglio: i nati da genitori entrambi stranieri sono stati oltre 77mila nel 2009 e 78mila nel 2010, poco meno del 14 per cento del totale dei nati. Se a questi si sommano i nati da coppie miste si arriva a quota 102mila nati da almeno un genitore straniero nel 2009 e 107mila nel 2010.
Leggendo con attenzione i numeri dell’Istat, balza agli occhi il primato conquistato dai “meticci” come minoranza. Un esempio? Nel 2009 i nati da coppie italiane sono stati 466mila, mentre i figli con almeno un genitore straniero hanno superato quota 102mila. Di questi, i primi per numero (25mila) sono proprio i nati da coppie miste, in cui cioè uno dei genitori è italiano, seguiti a distanza dai figli di genitori marocchini (13.389), romeni (12.868), albanesi (9mila) e cinesi (5mila). Scendendo ancor più nel dettaglio si vede come i figli di coppie miste abbiano per lo più padre italiano e madre straniera: nel 18 per cento dei casi la mamma è romena, nel 9 per cento polacca, nel 6 per cento brasiliana e nel 5,7 per cento ucraina. Più raro il caso inverso: in tal caso i padri stranieri vengono in maggioranza da Marocco (11,5 per cento), Albania (11 per cento) e Tunisia (7 per cento). Non è tutto.
Molte sono le coppie di fatto: tra i figli di coppie miste, oltre un bambino su tre nasce fuori dal matrimonio (circa il 35 per cento). Dove vivono i meticci d’Italia? Nel 20 per cento dei casi in Lombardia, poco meno nel Lazio. Tra le città , il primato indiscusso spetta a Roma con 1.529 nati da coppie miste nel 2008.
«Il trend di crescita dei figli di coppie miste si confermerà  sempre più in futuro – sostiene Mara Tognetti, che insegna Politiche dell’immigrazione alla Bicocca di Milano – e se a queste sommiamo le coppie miste-miste, in cui cioè i genitori sono entrambi stranieri ma di diversa nazionalità , il risultato sarà  una società  sempre più plurale».
I figli di coppie miste acquistano la cittadinanza italiana grazie a uno dei due genitori, «ma non sono per nulla al riparo – si legge nell’ultimo dossier Caritas/Migrantes – delle difficoltà  di inserimento e d’integrazione scolastica. A differenza di quanto dimostrato in altri Paesi europei, il percorso di crescita all’interno di un ambiente familiare misto non conduce a fenomeni di metissage e d’identità  ibride apprezzate. Al contrario sembra prevalere la stigmatizzazione, insieme a sentimenti di spaesamento».
Attenzione però alle generalizzazioni: «I figli di coppie miste – avverte la Tognetti – non sono un corpo omogeneo, ma al loro interno hanno diverse specificità  a seconda della nazionalità  del genitore straniero, della connotazione etnica, della religione, del continente di provenienza». Una cosa è però certa: «Questi ragazzi hanno grandi potenzialità , sono i nuovi italiani, ma la loro è un’esperienza non ancora consolidata, va dunque sostenuta e accompagnata con attenzione».


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