«Ghedinello e Bossi sulla panchina Ecco i miei nuovi personaggi»

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Maurizio Crozza è in gran forma. E anticipa al Corriere gli spunti del suo nuovo programma, in onda domani in prima serata su La7. «L’Italia continua a essere un grande parco di divertimenti: l’unico al mondo dove i “calci in culo” ti vengono a trovare loro. L’unico dove i bambini nascono con 31.338 euro di debito pubblico sul groppone: è per quello che, appena nati, piangono. La prima parola che dicono i bambini non è “mamma”, è “mamma mia!”. Un Paese fantastico. Dove si scava un tunnel bellissimo di 70 chilometri per poter andare da Torino a Lione in un’ora e mezza. Ma chi cavolo ci va, a Lione? Dice: serve a collegare Parigi con Cuneo in tre ore. Ma perché i parigini dovrebbero andare a Cuneo? Dice: serve per le merci. Vedremo il tonno in scatola sfrecciare a 300 all’ora. “Tonno insuperabile” viene da lì. Stiamo progettando un Frecciarossa per il pinna gialla».
«Io non la conosco bene la tv. Pratico quel che so fare da sempre: raccontare delle storie al pubblico. Storie che vengono riprese dalle telecamere, quasi spiate. Riprendo il lavoro fatto a teatro, infatti lo studio sarà  come un teatro, con 350 spettatori, tutti rigorosamente paganti. Italialand comincia come Forrest Gump, con una piuma che dall’alto del Duomo di Milano vola leggera e arriva a una fermata dell’autobus di via Padova. Ad aspettare l’autobus, seduto su una panchina, c’è Bossi, insieme con una donna nera, che lui crede una badante ed è invece un cardiochirurgo del Niguarda. Forrest Bossi attende Bobo Maroni, che l’ha abbandonato sulla panca e non lo va a prendere. È un Bossi vecchio, stanco, che non ce la fa più, e racconta all’immigrata i suoi vecchi sogni: voleva dividere l’Italia; si è dovuto accontentare di dividere la Lega».
«Siamo un Paese fantastico. Il ministro Sacconi ci ricorda spesso che il premier è molto legato ai valori cattolici. Ha anche riscritto i dieci comandamenti. Primo: “Non avrai altro zio all’infuori di Mubarak”. Volevo portare in scena Ghedini, e mi sono ispirato a Petrolini, che aveva un personaggio futurista, strano, lunare, con due mezzi gusci d’uovo al posto degli occhi: Fortunello. Noi abbiamo il Ghedinello: “Sono un uomo di legge/ che regge, corregge, sorregge/ amo l’arringa e la lusinga/ degli imputati, dei magistrati/ sono vivace/ loquace, pervicace/ nella difesa audace/ provo istintiva simpatia per il cavillo, il tranello/ il mio nome xe Ghedinello”. Ghedinello riceve di continuo telefonate di clienti nei guai, quasi sempre per aver molestato minorenni: “Marocchina?”. “No, di Bari”. “Che stranessa! O vengon dal Marocco, o vengon da Bari. Sarà  un gemellaggio».
La galleria dei personaggi è ampia. «C’è la Gelmini, che coerentemente non sapeva che i neutrini viaggiano lungo la crosta terrestre, non nei tunnel; lo so io, che sono un comico; mica deve saperlo lei, che è ministro dell’Istruzione. C’è Montezemolo, fondatore dell'”Italia dei carini”, avanguardia di un mondo talmente lontano dalla realtà  che non ha la minima idea dei problemi pratici delle persone comuni. Si vedono sempre a “Capri incontra” o a “Cortina riflette”, domani saranno a “Porto Cervo escogita”, dopodomani a “Saint-Tropez riflette”: tutti luoghi dove nessuno potrebbe andarci mai. Montezemolo assicura che pure i pendolari prenderanno i suoi nuovi treni, anche i precari potranno permettersi il Milano-Voghera; con il loro stipendio annuale, però. Così restano un anno a Voghera, poi tornano a Milano». C’è Napolitano, che «vorrebbe starsene un po’ tranquillo ma non può, con il governo che gli cade da un momento all’altro». Torna l’architetto Fuffas. C’è Marchionne, «sempre all’erta per evitare gli scherzi che gli fa la Fiom: avevo pensato a un duetto con Landini, ma mi ha risposto giustamente che i metalmeccanici non hanno molta voglia di scherzare. Dovrei duettare con Favino: lui da don Camillo e io Peppone-Bersani, che presta le bandiere rosse come red carpet del Gay Pride e scopre che il figlio del Brusco, il capo sezione con cui andavano sui trattori sovietici a vedere le gambe delle mondine, è dei loro. Bersani è anche un ricercatore del Cern alle prese con lo scontro delle particelle: le correnti del Pd. Veltroniani, dalemiani, franceschiniani, Ecologisti democratici, Riformatori coraggiosi, Democratici davvero: non ho inventato nulla, basta ricopiare la mappa del Pd dai giornali e si muore dal ridere». Poi c’è la Merkel. «Faccio la cancelliera tedesca come una mamma che bacchetta l’Italia, ci redarguisce, ci dà  la paghetta ma ci avverte di spenderla bene. A Frattini, che le contesta l’asse con Parigi, risponde: “Con chi dovrei farlo l’asse? Con chi fa cucù, bunga-bunga, e mi chiama culona eccetera?. Poi sottopone la sua linea al Parlamento tedesco: “Teniamoci le ciliegie e le puntarelle, e liberiamoci degli italiani!”. E tutto il Bundestag in piedi: “Ja, puntarellen!”». Poi c’è Vasco Rossi. «Un po’ malinconico, un po’ suonato, racconta storie strampalate a ritmo di musica, discetta di amore e di morte ma dopo un po’ non si ricorda più niente. Vasco appartiene allo stesso genere di Bossi: i bolliti. Parlano ogni giorno, e non ci dicono nulla».
«La vera fonte di ispirazione, più che i personaggi, è l’Italia. Il Paese dell’impiegato che chiede 200 ore di straordinario a luglio e agosto, a Palermo, per spalamento neve; e il bello è che glieli hanno dati. Dice: tagliando stipendi e privilegi dei politici si risparmiano due miliardi. Risposta: non è questo il problema. Tagliando le autoblù, altri due miliardi. Ma neppure questo è il problema. Se non compriamo 131 cacciabombardieri risparmiamo altri miliardi. Ma il problema è un altro. Soffriamo di benaltrismo: il problema non è mai quello. Però tutti i «non è questo il problema» alla fine lo creano, il problema. Così avremo un coro di venti ragazzi vestiti d’oro, che anziché il Telethon faranno il Merdathon. Invece di raccogliere soldi a fin di bene, calcoliamo i soldi della comunità  spesi male».
Ma lei, Crozza, alla politica ci crede? Vota? «Certo che voto. Nel 2008, Di Pietro. Ma sto parlando del passato. Sono un apartitico». Voterebbe Grillo? «Io non sono un esperto di politica. Sono un comico. Non ho soluzioni; vado per paradossi, e vorrei fermarmi lì. Se Beppe ha le idee chiare, quel campo lo lascio a lui. Ma il movimento dei grillini lo trovo una forza nuova, fresca. La politica di cosa è fatta? Di alleanze, di stratagemmi. Ma la politica non è quella roba lì. Deve migliorare la vita del cittadino. Il grillino porta questo germe: entusiasmo, novità , la voglia di togliersi dalle scatole tutte le mafie. Non solo la mafia siciliana, ma le caste, le massonerie, i clan…».


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