“Chiamo per conto di Cicchitto questi 139 milioni li vuoi all’anno?”

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ROMA – Ha minacciato di querelare chi gli dà  del “faccendiere”. Ma le intercettazioni di Pescara, ottobre-novembre 2009, confermano l’esattezza della definizione. Valter Lavitola è il prototipo del faccendiere. Da mattina a sera mescola politica e affari, intreccia contatti per procurarsi benefici, come la legge sull’editoria, o per fare «bingo, ma proprio bingo bingo», in Albania. Il suo “faro” è Berlusconi, si preoccupa quando lo vede «appannatissimo», e lavora per fargli riproporre il lodo Alfano, bocciato giusto il 7 ottobre.
MA I 139 MILIONI
LI VUOI ALL’ANNO?
(18 novembre)
Vito Cartolano, funzionario del gruppo Pdl alla Camera, chiama Lavitola per annunciargli l’ordine del capogruppo Fabrizio Cicchitto di «mettersi a disposizione». Sul piatto ci sono i soldi per l’editoria.
Lavitola «Pronto?».
Cartolano «Lavitola?»
L. «Oh, agli ordini».
C. «Sono Cartolano, da parte di Cicchitto, il presidente ci ha detto di metterci a disposizione».
L. «Mamma mia… ma sarà  lui? Lui o la controfigura… sarà  la controfigura perché figurati… dai sto scherzando è una battuta».
C. «Allora ‘sti 139 milioni mi devi di’ se li vuoi all’anno».
L. «È ovvio, ma questa non è la cosa dell’emendamento che è stato presentato al Senato? C’è scritto che nel 2010 139, per il 2011 674… e comunque se voi verificate l’emendamento è stato presentato al Senato a firma Comincioli ed Esposito e quindi magari ve lo potete far dare dalla Commissione bilancio».
C. «No, ce l’ho qua».
L. «Ma quello è l’appunto che ti ho mandato io..».
LUI STA APPANNATISSIMO
COM’È STO’ PANIZ?
(13 ottobre)
Dopo aver parlato con Berlusconi alle 9, Lavitola si scatena sul lodo Alfano e chiama il questore della Camera Francesco Colucci per rilanciare il lodo Alfano. Colucci propone come tecnico di riferimento Maurizio Paniz.
L.«Senti Ciccio, tu con la Buongiorno che rapporto c’hai?».
C. «Eh… una stronza che non finisce mai… bisbetica…».
L. «E allora lascia perdere. Con qualcuno di An che si occupa di giustizia a parte la Buongiorno?».
C. «Eh, ma lì comanda lei? L’unico nostro serio è Paniz».
L. «Chi?».
C. «Un avvocato molto bravo, l’unico che le tiene testa».
L. «Con chi si relaziona questo Paniz?».
C. «E scusa… lo chiami…come direttore dell’Avanti, se vuoi lo chiamo io e gli dico che lo chiamerai».
L. «No no no.. questa è una cosa da parlare insieme, una cosa del capo importantissima perché lui sta appannatissimo e serve qualcuno che lo fa ragionare. E quindi bisogna vedere… uno che però ci capisca».
C. «Be’ Paniz è un grosso colpo».
L. «Acchiappa sto Paniz».
VIENI QUANDO VUOI NON C’È
NESSUNISSIMO PROBLEMA
(19 ottobre)
Due telefonate confermano che Lavitola ha conosciuto Paniz.
Paniz «Valter?»
L. «Ciao, ti disturbo?»
P. «No, mai».
L. «Ti volevo dire, io mi sono dimenticato che domani alle 2 ho un altro impegno, ti posso chiamare subito dopo per vedere come sei messo?».
P. «Guarda, io sono lì alla Camera, in Transatlantico, poi in aula, tu prima che si cominci a votare arriva quando vuoi. Non c’è nessunissimo problema».
L. «Vabbè ok, poi magari ti aspetto un momento fuori, magari anche tra un voto e l’altro».
P. «Non c’è nessun problema, neanche il più piccolo».
L. «Ciao Maurizio, grazie tante».
NO VALTER
TU NON DISTURBI MAI
(17 novembre)
Dalla telefonata che segue si capisce che Paniz ha preparato un appunto sul lodo consegnato da Lavitola a Berlusconi.
Paniz «Ti disturbo?».
L. «No Maurizio, tu non disturbi mai».
P. «Grazie, volevo solo dirti una cosa. Questo pomeriggio mi ha chiamato La Loggia e mi ha chiesto se potevo per incarico tuo e del ministro Alfano preparargli una traccia di testo sulle modifiche dell’articolo 420 ter (il lodo, ndr.) e gli ho detto: guarda, francamente l’ho già  preparata una traccia, non è che posso farne un’altra e farla diversa da quella che ho già  preparato. Allora gli ho detto, non chiedetemi per chi l’ho fatta e per come l’ho fatta, però l’ho fatta, e credo che il presidente ne sia già  in possesso, in ogni caso questa è la fotocopia e basta, perché è inutile che io vada a scrivere una cosa diversa, non mi potevo ovviamente sottrarre, come tu capisci perfettamente».
L. «Hai fatto benissimo, anzi io ero convinto che ti avesse chiamato Niccolò».
P. «No, non mi ha mai chiamato, comunque ti volevo informare perché era corretto che ti informassi, perché sai che ci tengo al massima della…».
L. «Gliel’hai detto che il presidente già  ce l’ha questa cosa?».
P. «Gli ho detto ritengo che il presidente ce l’abbia già  l’appunto, non ho assolutamente fatto il nome di nessuno, volevo che tu lo sapessi, ok?».
L. «Sei un vero tesoro».
P. «Un abbraccio».
DI QUESTE COSE
SI OCCUPA GHEDINI
(13 ottobre)
Ben diverso il tono della telefonata tra Lavitola e Cicchitto. Che, com’è nel suo stile, reagisce scorbutico quando Lavitola espone la sua teoria sul lodo.
Lavitola «Pronto?».
Cicchitto «Sì, due minuti, dimmi qual è il problema».
L. «Lui, io c’ho parlato stamattina, lui ritiene che non sia necessario fare nulla rispetto a questa storia della legge sul lodo».
C. «E va be’, e allora?».
L. «Aspetta, invece una opzione di cui poi ti dico la fonte, sarebbe quella di riscrivere la legge sul lodo Alfano e ripresentarla con lo stesso procedimento, e andare a verificare, e pare che ci sia la disponibilità , che il presidente della Repubblica la firma. Dopo di che si fa l’iter di nuovo presentando l’opposizione alla Consulta, nel frattempo si recuperano i tre mesi con i quali c’è la prescrizione. Lui mi ha detto sì, però, pim pum pam, si è impapocchiato un pochettino, ha detto sai io non so nemmeno con chi parlare, perché Ghedini a sta sto’ punto non so che cosa fare, ma dal punto di vista politico ci andiamo a mettere in un casino. Gli ho detto, dottore ma più casino di come stiamo, in che casino ci si può mettere? Rispetto a questo io c’ho bisogno di qualcuno che ha cervello e che lui ritiene che abbia cervello che lavori a ‘sta cosa. …Perché lui è completamente appannato eh? Ma al cento per cento… io c’ho parlato a ripetizione ieri in questi giorni, non è appannato, di più… E allora siccome sto cercando di capirci dal punto di vista tecnico e mi risulta che il presidente della Repubblica sta cosa la firmerebbe…»
C. «Firmerebbe che cosa, scusa? mica può firmare una legge identica a quella che è andata a pallino e che è stata dichiarata incostituzionale…»
L. «…certo, ma uno la riscrive con delle soluzioni differenti, non è che la ripresenta tale e quale»
C. «Mmm vediamo un po’…».
L. «Tu ci lavoreresti su questa cosa?».
C. «Io non lo so, di queste cose si è occupato sempre Ghedini…».
L. «Eh ma abbiamo questi risultati, che non sono brillanti… ora voglio dire…»
C. «Ok, ho capito, adesso io devo scappare da un’altra parte, ho capito la cosa e mo’ va bene ci risentiamo»
L. «Mi richiami quando puoi, io sto lavorando al testo?»
C. «Ok, va bene».


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