“Uso latte e salse oltre i termini mai avuto problemi”

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ROMA – «La data di scadenza sui cibi? Spesso inutile, anzi, dannosa. Porta allo spreco, a buttare via alimenti ancora buoni». Fulco Pratesi, storico fondatore del Wwf, è un amante della provocazione e anche questa volta non usa mezze parole.
Come fa a non avvelenarsi?
«Io bevo il latte scaduto da dieci giorni ed è buonissimo, anche se mi domando cosa ci mettano per mantenerlo così. Ho usato salse vecchie di quindici anni e sono sopravvissuto senza mal di pancia. Quindi confermo. Le etichette? Inutili o dannose».
Dannose le scadenze? Perché?
«Portano allo spreco, a gettare tonnellate di cibo ancora commestibile e chi ci guadagna sono solo produttori e commercianti. Le scadenze sugli alimenti aumentano infatti il giro di affari, visto che la gente se non ha fatto in tempo a mangiare entro il giorno segnato, butta via e ricompra. E questo vale anche per i farmaci: molti funzionano benissimo anche dopo il termine segnato».
Niente etichette?
«Sui prodotti in scatola c’è il rischio botulino quindi lì sì che ha un’utilità  la scadenza che ti dice di non mangiarlo dopo quel giorno, in altri come il latte o le mele no».
Quale è l’alternativa?
«Molti alimenti freschi basta guardarli, annusarli e si capisce subito se sono andati a male o no. Anche se mia moglie, ed è lei che fa la spesa, per i cibi facilmente deteriorabili pensa che le scadenze possano aiutare».


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