Volkswagen accelera sulle vendite entro l’anno sorpasso su Toyota

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Berlino – «Impossible n’est pas franà§ais», diceva fiera la Francia di de Gaulle. Oggi nell’economia globale suona diverso: impossibile non è tedesco. Nel mondo investito da crisi e proteste giovanili, il modello Germania s’impone come migliore e socialmente più accettabile nel comparto-chiave dell’auto.
La Volkswagen, che si era posta l’obiettivo di diventare numero uno mondiale dell’auto nel 2018, ci sta riuscendo in volo già  oggi, come in un nuovo record mondiale dei 100 metri piani nell’atletica leggera: sorpasserà  GM e Toyota nell’anno in corso. Sebbene per il caso Suzuki, l’azienda che il gruppo tedesco sta perdendo, il rating di Vw sia a rischio.
Parola del Financial Times, il quotidiano economico globale, che confermava ieri quanto a Wolfsburg, casa madre del colosso tedesco-europeo, già  si diceva da mesi. E’ un insegnamento importante e amaro per l’Italia: chi punta alla forza dei propri marchi e non già  ad acquisirne altri in nome del mantra della shareholder value, chi scommette sulla qualità  imbattibile del prodotto e sulla concertazione ad ogni costo con un sindacato forte, vince sui mercati globali.
Le cifre sono esposte con precisa freddezza da JD Powers, uno dei maggiori analisti del mercato dell’auto mondiale. E il Financial Times le ha sparate in prima pagina. Volkswagen nell’anno in corso potrà  raggiungere la cifra di 7,8 milioni di auto vendute, e quindi sorpasserebbe i due ultimi concorrenti sul mercato globale, cioè General Motors e Toyota. Nel 2011 infatti, sempre secondo JD Powers, General Motors venderà  un massimo di 7,2 milioni di auto, e Toyota circa 6,7 milioni di auto.
L’auto di massa e di qualità  made in Germany vince nella gara globale contro giapponesi e americani. Unica doccia fredda è l’avvertimento di Moody’s: il previsto divorzio tra Volkwsagen e Suzuki, il marchio giapponese su cui il colosso tedesco contava per espandersi con auto low cost in Asia e soprattutto in India, potrebbe costare a Vw un declassamento di rating. Ma nella strategia imperiale a lungo termine elaborata dal vero numero uno di Vw, Ferdinand Piech, e dal ceo Martin Winterkorn, il problemino appare ben facilmente digeribile. Per molti motivi. Primo, il mercato cresce, soprattutto in Asia dove Vw è medaglia d’oro incontrastata tra i produttori europei, e in America latina. Secondo, la ricetta globale funziona: auto low cost ma di qualità  e senza rivali, dalla nuova Up! alle sue varianti Skoda e Seat fino alla imbattibile middle class car Golf o alle medie familiari senza rivali come la Passat, e insieme marchi di qualità  top level, come Audi che fa paura a Bmw e Mercedes. Terzo, la scelta vincente di globalizzare la produzione crescendo, cioè senza chiudere fabbriche a casa: la IgMetall, il sindacato più potente del mondo, e il potere politico, non ci starebbero.


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