Cento aerei da Israele “Uno su tre non tornerà “

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GERUSALEMME – Le conclusioni del rapporto dell’Aiea sembrano allontanare almeno per il momento le possibilità  di un attacco preventivo di Israele contro i siti nucleari iraniani. L’Iran sta provando a dotarsi di un arma nucleare, scrive l’Aiea nel suo rapporto, ma non ha ancora raggiunto la fase finale nella costruzione dell’ordigno atomico. Ancora settimane, forse mesi, prima che la l’atomica degli ayatollah diventi una realtà . Ma non per questo la macchina da guerra accesa in Israele in queste ultime due settimane è stata fermata. Il premier Benjamin Netanyahu e con lui il suo capo della Difesa Ehud Barak dicono che solo l’opzione militare può eliminare il pericolo rappresentato dall’arma atomica nelle mani dell’Iran. E per questo è pronto a una delle azioni più audaci nella Storia dello Stato di Israele e forse la più fatidica dalla guerra d’Indipendenza. Una “armada volante” – forte di almeno 100 aerei da combattimento – e una pioggia di missili balistici tipo “Gerico” sono gli strumenti a cui Israele potrebbe ricorrere per esorcizzare la minaccia nucleare iraniana, se l’opzione delle sanzioni dovesse rivelarsi inefficace.
Nel giorno in cui il rapporto dell’Aiea ha confermato tutte le preoccupazioni della comunità  internazionale sullo sviluppo da parte dell’Iran di armi nucleari il governo israeliano è tornato a sollecitare la comunità  internazionale ad adottare sanzioni «paralizzanti» e «micidiali» verso Teheran. Il ministro della Difesa Barak ha assicurato che per ora un attacco militare non è in agenda, ma da tempo circolano apocalittici scenari di guerra. Per un unico “Big Strike” sono necessari più cento apparecchi, fra aerei da combattimento, da intercettazione, da rifornimento, da guerra elettronica e altri ancora. Prima di lanciarsi verso est, violando lo spazio aereo giordano prima e saudita poi, i piloti daranno un ultimo sguardo al loro Paese. Uno su tre, indicano le proiezioni militari delle perdite, non tornerà  dalla missione.
I vertici iraniani hanno disperso sull’intero territorio e spesso protetto sotto terra i bunker per gli esperimenti, le centrifughe per arricchire l’uranio, le basi logistiche del programma nucleare, Israele non cercherà  quindi di distruggere l’intera rete degli stabilimenti nucleari iraniani, ma solo quelli ritenuti d’importanza critica. Scenari da “war game” ma ad un passo dal diventare reali per Israele se la comunità  internazionale non adotterà  sanzioni contro sull’Iran che colpiscano i centri di finanziamento rallentando almeno lo sviluppo del programma nucleare.


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