E la Fiom riapre il dialogo con i vertici del Lingotto

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   ROMA – È presto per lasciarsi andare agli entusiasmi. Ma è un fatto che la Fiom non firmava un accordo di merito con la Fiat dal luglio del 2009, quando aveva sottoscritto l’intesa per l’anticipo del premio di risultato concordando di erogare 103 euro in busta paga agli operai del terzo livello. Ed è un altro fatto che la stessa trattativa su Termini Imerese – istruita da tempo da Invitalia che ha valutato i progetti per sostituire il Lingotto in Sicilia – si è sbloccata in pochi giorni grazie all’iniziativa del nuovo ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera.
La biografia del ministro ha certamente facilitato l’esito. Per un manager che ha appena lasciato la guida operativa di Intesa San Paolo è più facile alzare la cornetta del telefono e chiedere a Sergio Marchionne di aumentare di 4 milioni la posta della Fiat sul tavolo degli incentivi verso la pensione. Ed è più facile per lo stesso Marchionne fidarsi dell’ex ceo di una banca che ha tradizionalmente avuto saldi rapporti con il Lingotto. Sono questi, in fondo, i vantaggi dei governi tecnici: i ministri sanno di che cosa parlano e gli interlocutori sanno chi hanno di fronte. Così ieri sera lo stesso ad di Invitalia, Domenico Arcuri, riconosceva che «l’apporto del nuovo ministro è stato decisivo per la conclusione dell’accordo». Non è necessario che il manager pubblico si spinga dove non può per capire il senso del suo pensiero.
C’è però un secondo aspetto che non va sottovalutato. Si ritrova nelle parole di Enzo Masini, il capodelegazione della Fiom: «Dobbiamo riconoscere al ministro di non aver lavorato per la divisione tra i sindacati ma per trovare una soluzione tutti insieme». Quella che potrebbe apparire una affermazione ovvia diventa, nell’Italia post-berlusconiana, una rivoluzione copernicana. Perché per anni il governo ha alimentato la divisione ideologica tra sigle sindacali piuttosto che cercare una soluzione ai problemi concreti. E’ un fatto che appena quell’atteggiamento è cambiato, il film degli accordi separati tra Fiat e sindacati ha subito una interruzione. E’ assai probabile che sia momentanea perché probabilmente a partire dalla prossima settimana Fiom, Fim e Uilm torneranno a dividersi sull’estensione a tutte le fabbriche del Lingotto dell’accordo di Pomigliano. Ma non era per nulla scontato che la Fiom avrebbe firmato un’intesa sull’uscita della Fiat da Termini Imerese.
Ci vorrà  del tempo, ma se il nuovo clima si consoliderà  potremmo attenderci importanti novità  anche sul fronte sindacale. Perché una Fiom che esce dall’angolo è certamente costretta a rivedere le sue strategie ma finisce per costringere gli altri sindacati a fare altrettanto. La mossa del governo potrebbe accelerare il tramonto la stagione dello scontro ideologico tra Fiom e Fiat: un lusso che un paese in emergenza non può più permettersi.


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