L’uomo misterioso e il BlackBerry spiato “Ecco il complotto contro Strauss-Kahn”
“Cercate al Sofitel”. Erano passate poche ore dall’arresto di Dominique Strauss-Kahn e uno degli avvocati dell’allora direttore del Fondo monetario confessava già alla giornalista, in via riservata, dove si stavano concentrando i sospetti della difesa. In gran segreto, i legali di Dsk ipotizzavano che nell’albergo di Manhattan fosse scattata una vera e propria trappola ai danni del candidato favorito alla successione di Nicolas Sarkozy. Ci sono voluti mesi di indagini del team di detective assoldati da Dsk per raccogliere i primi indizi, ora documentati in una lunga inchiesta della New York Review of Books, firmata dal giornalista investigativo Edward Jay Epstein, che alimentano nuove domande e rilanciano i sospetti su quello che è accaduto prima e dopo l’ingresso di Nafissatou Diallo nella suite 2806. Rivelazioni che la difesa di Strauss-Kahn potrebbe usare nel processo civile, con il rischio di ricadute politiche in Francia alla vigilia delle elezioni presidenziali. Perchè tutte le strade del complotto portano a Parigi. «Non possiamo più escludere che Strauss-Kahn sia stato obiettivo di un’azione mirata ad abbatterlo politicamente», afferma William Taylor, uno dei suoi avvocati newyorchesi.
LO SPIONAGGIO ELETTRONICO
Poco dopo essersi svegliato, prima ancora di doccia e valigie, Dsk scopre di avere «un problema grave», come dirà a Anne Sinclair, sua moglie, con uno dei suoi BlackBerry. Il suo telefono professionale, quello che usa per chiamare ma anche mandare sms e email, sarebbe stato piratato. Un’amica di Strauss-Kahn che lavora all’Ump lo avverte proprio quella mattina, era il 14 maggio, che almeno uno dei suoi messaggi privati è stato letto negli uffici del partito di Sarkozy. Alle 10.07 Dsk si consulta telefonicamente con la consorte, che lo aspetta a Parigi. Le chiede di predisporre, tramite il suo collaboratore Stéphane Fouks, una verifica del telefono e dell’Ipad non appena sarà arrivato nella capitale francese, all’alba del giorno seguente.
ILMISTERO DELL’ALTRA STANZA
Nafissatou Diallo entra nella suite 2806. Sono le 12.06. Esce alle 12.13. In sette minuti, la cameriera guineana ha avuto con Dsk quello che il procuratore di New York ha definito un «rapporto sessuale sbrigativo». Diallo non lascia però subito il ventottesimo piano. Supera le porte degli ascensori e s’infila in un’altra suite, la 2820. Nella prima versione data alla polizia, Diallo omette questo passaggio. Le immagini a circuito chiuso mostrano anche che è entrata altre due volte in quella stanza, prima di mezzogiorno. La suite 2820 era occupata da qualcuno. Da chi? Il Sofitel si è finora rifiutato di dare l’identità del cliente.
LA TELEFONATA ALL’AMICO DI SARKOZY
La sicurezza dell’albergo newyorchese riceve la denuncia di Diallo alle 12.52. Il responsabile del servizio, John Sheehan, non è in sede ma viene subito contattato. Alle 13.03 Sheehan telefona a un numero che la New York Review of Books ha identificato: è René-Georges Querry, capo della sicurezza del gruppo francese Accor, proprietario del Sofitel. Querry è stato per anni alla guida del nucleo anti-banditismo dell’allora ministro dell’Interno Nicolas Sarkozy. Quando riceve la telefonata da New York, si sta recando allo stadio. Sarà fotografato in tribuna, vicino al Presidente. Il funzionario ha smentito di averne parlato con Sarkozy. Secondo la versione ufficiale, l’Eliseo è stato avvertito del caso solo quattro ore dopo.
QUELLA STRANA ESULTANZA
Dalle 12.52 alle 14.05, Nafissatou Diallo rimane nell’ufficio della sicurezza, al pianterreno del Sofitel. La donna parla con i responsabili dell’albergo, tra cui un certo Brian Yearwood. C’è anche un terzo uomo, non identificato tra i dipendenti dell’hotel. È la stessa persona con la quale Diallo è stata ripresa dalle telecamere alle 12.52 mentre viene portata all’ufficio sicurezza per fare la sua denuncia. Alle 13.33, due minuti dopo che il Sofitel ha chiamato la polizia, le immagini a circuito chiuso mostrano Yearwood e l’uomo misterioso che si appartano. Per tre minuti ridono, si danno il cinque con la mano. Sembrano festeggiare qualcosa, forse la loro missione è andata a buon fine.
IL FURTO DEL BLACKBERRY
Mentre entra nel taxi per l’aeroporto, Dsk scopre di non avere il BlackBerry del quale sospetta il pirataggio. Convinto di averlo lasciato nella suite, alle 15.29 chiama l’albergo. Fornisce alla reception i dettagli del suo volo: la polizia, ormai presente al Sofitel, predispone il suo arresto al Jfk. Quel telefono non è mai più stato ritrovato. È stato portato via da Nafissatou Diallo e poi consegnato ad altri? Alle 12.51 il Blackberry smarrito di Dsk è già stato spento. Non solo: il sistema che permette di localizzare gli apparecchi quando non sono in funzione è stato disattivato. Un dettaglio non secondario: forse il telefono è finito nelle mani di qualche esperto di telecomunicazioni. Qualche giorno fa, gli avvocati di Strauss-Khan hanno avuto una conferma ai loro sospetti. Secondo i tabulati appena ricevuti, il BlackBerry era ancora al Sofitel alle 12.51. C’è ancora molto da cercare nell’albergo dei misteri.
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