“Pagate con olio e miele” nei bed & breakfast torna l’era del baratto

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Una notte da sogno costa un vasetto di miele, un vecchio skateboard e persino un nanetto da giardino possono bastare per assicurarsi soffici guanciali. Ma per conquistarvi un sonno gratis da Torino a Catania se preferite potete offrire anche una cena preparata da voi, la tinteggiatura di una stanza, uno stornello a voce piena o un muretto a fresco.
Insomma vale tutto tranne i soldi. Perché questi sono i giorni del pane e delle rose, niente moneta: si torna allo scambio in natura. Dal 14 scatta infatti la settimana del baratto in 300 bed and breakfast sparsi per la penisola. Niente contanti per alloggiarvi, ma qualcosa forse di ben più prezioso: il frutto di anni di vita e di esperienza che vi hanno trasformato in bravi fotografi, musicisti volenterosi e giardinieri, cuochi fantasiosi o imbianchini provetti. Oppure oggetti magari per voi inutili e di cui volete liberarvi acquistano valore, improvvisamente: quel regalo indigesto della suocera o dell’ex che non aveva mai capito i vostri gusti, i vestiti dei figli ormai grandi o abiti vecchi valgono notti in albergo.
Dimenticatevi quindi per una volta le banconote. Loro, gestori di piccoli angoli di charme e riposo dal Piemonte alla Sicilia, vogliono spesso brandelli di passato, spicchi di anima, soddisfare le loro passioni di collezionisti. E dopo tre edizioni molti hanno deciso di estendere l’offerta a tutto l’anno. Chiedono olio o conserve, iPod e macchine fotografiche in cambio di ospitalità , lezioni di piano o di cucina, esibizioni musicali o opere di muratura, dischi in vinile e biglietti da concerto, chitarre e computer, persino maschere africane, tavoli da ping pong o i brontoloni compagni di Biancaneve.
I luoghi tra i quali scegliere la vacanza e conoscere i desideri dei padroni di casa, sono sul sito www.settimanadelbaratto.it. E dietro ogni luogo, c’è una storia, dietro ogni richiesta una passione tra voglia di incontri e viaggi che raccontano un’Italia diversa, che sempre più spesso sceglie il baratto dimenticandosi i contanti. «C’è voglia di scambiarsi non solo oggetti ma capacità , talenti, come la consulenza di un commercialista in cambio di un lavoro idraulico» suggerisce Barbara Rosaci, che col marito gestisce un b&b a Torino e ha ospitato un giovane che ha tinteggiato gli uffici.
Scambio di attenzioni e di esperienze, baratto di sapere e minuti. Un trend in crescita sulla scia delle 450 banche del tempo con ventimila associati capaci di donarsi milioni di ore in servizi. Tanto che sul sito di facebook della settimana del baratto non ci sono più solo messaggi per avere ospitalità , ma c’è chi si offre come autista in cambio di una giornata in barca, chi propone tortellini fatti a mano per ricevere lezioni di inglese. Chi garantisce trattamenti di benessere ed estetici e sogna uno scooter. Dal cibo al sapere tecnologico, tutto si baratta. C’è infatti chi chiede lumi sull’uso dell’iPad e offre il suo sapere di pasticcera provetta oppure offre ospitalità  in casa propria per parlare come la regina Elisabetta.
E il baratto torna d’attualità  nel terzo millennio. Si moltiplicano infatti gli swap parties, 31mila voci su internet solo per il 2011, incontri informali nelle case in cui si arriva con oggetti o vestiti da scambiare, liberando così armadi e scantinati e tornando con qualcosa di nuovo e inatteso. Mentre crescono i negozi di abbigliamento dove si comprano e vendono capi senza contanti e persino le grandi aziende stanno cominciando a fare rete scambiandosi servizi per tagliare i costi. E il web rispecchia, risponde alle nuove esigenze con sempre più siti dove si trova di tutto (Barattopoli.com, baratto-online.com), o zerorelativo. it, una vera community dello scambio con oltre 15mila iscritti che offrono e chiedono le cose più disparate: dagli oggetti alle torte fatte in casa, dalle lezioni al baby sitting, dai lavori idraulici a quelli di falegnameria.
«Perché la crescita del baratto non è solo figlia della crisi, ma una risposta al consumo disumanizzato dei grandi centri commerciali, Riporta lo scambio, il rapporto, la dimensione sociale nel commercio, nel consumo. Diventa un’occasione per tessere relazioni, diventa una scusa per incontrare gli altri e scambiare anche un poco di se stessi». Parola di Vanni Codeluppi sociologo dei consumi all’Università  di Modena e Reggio. Ipotesi confermata dalle parole di Giovanna Carli, titolare di un b&b a Siena che offre ospitalità  in cambio di dvd di buon cinema o piccoli concerti.
«Dopo anni come insegnante aprire il bed and breakfast è stato un progetto per ricominciare, un’occasione di nuovi incontri, di scambio umano a cui ero abituata vivendo con gli studenti. Per ora si è candidato un gruppo rock, mi piace anche l’idea di persone che vengono e cucinano cibi delle loro regioni. Un modo per scambiarsi esperienze, vita e ricette».

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Com’è moderna la riscoperta dell’antico   
 MARINO NIOLA


I mercati sono in crisi e il baratto va alle stelle. Cosa contro cosa. Beni contro servizi. Con la concretezza dello scambio a fare da antidoto all’astrazione impersonale della finanza. È il reale che parte alla riscossa contro la dittatura del virtuale. Fuga nel passato o ritorno al futuro?
L’esigenza di un incontro dei corpi, dei bisogni e dei desideri riporta, di fatto, al centro dell’economia quel do ut des che dell’economia è l’origine stessa. Perché il baratto è la forma più primitiva di transazione. Quella che dagli albori della storia stringe gli uomini in reti di relazioni. Li lega attraverso gli oggetti dati e ricevuti, offerti e ricambiati. Parente stretto del dono, che è a tutti gli effetti il motore d’avviamento della socialità  tra i viventi, lo scambio in natura è l’espressione più carnale del mercato. Quella che misura il valore delle cose sulla coincidenza immediata della domanda e dell’offerta. E della controfferta. Garantendo l’equità  del negoziato, nonché la soddisfazione reciproca. Un’idea di economia senza vincitori né vinti. Fatta da partners che si guardano in faccia, si studiano, si capiscono e imparano a stare insieme. Un’interminabile catena umana, fatta di empatia, di cortesia, di simpatia, ma anche di bramosia e di maestria che è l’inizio di tutte le civiltà . Le piazze, i fori, i mercati nascono proprio come incroci di cose e di umanità . Persone in carne e ossa, non doppi elettronici come nelle piazze telematiche.
Oggi però paradossalmente è proprio la rete a rilanciare il baratto. A far diventare realtà  la metafora del villaggio globale. In questo modo il passato remoto diventa futuro anteriore. E i due estremi della storia si toccano. Facendoci transitare dalla comunità  alla community. Dalla socialità  face to face a quella face to facebook.


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