Tornano gli scatoloni a Wall Street Mf Global licenzia 1.000 dipendenti

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NEW YORK – La scenografia è ormai un classico per Wall Street: i bancari per strada, ognuno col suo scatolone, portano via effetti personali e documenti dopo la lettera di licenziamento. Sono passati poco più di tre anni da quando chiuse Lehman Brothers. Poi a decine di migliaia sono fioccati i licenziamenti della Bank of America, Citigroup, JP Morgan. Questo venerdì lo spettacolo deprimente è andato in scena per una sigla meno nota, eppure circondata da tanta curiosità . E’ toccato a 1.066 dipendenti di Mf Global ricevere il temuto “foglio rosa” (che qui è la lettera di licenziamento), con obbligo immediato di sgombrare gli uffici portandosi via le proprie cose nelle scatole di cartone. Li hanno visti uscire alla spicciolata, ripresi dalle telecamere, per poi rifugiarsi in qualche bar lì vicino: il più gettonato è Papillon, Midtown Manhattan, che venerdì ha fatto il record di vodke e martini.
Il destino dei dipendenti di Mf Global ha fatto più notizia di altri licenziamenti di massa – che pure sono all’ordine del giorno – per due ragioni. La prima è che a pochi isolati di distanza dalla sede della Mf Global continua a Zuccotti Park l’epopea Occupy Wall Street, il movimento che protesta proprio contro le malefatte dei banchieri: come quel Jon Corzine che si credeva un genio sia della finanza che della politica, fu numero uno di Goldman Sachs e governatore del New Jersey, prima di trascinare nel crac la Mf Global per i suoi investimenti sbagliati. Da ieri forse alcuni dei suoi ex dipendenti licenziati prestano un’attenzione diversa agli slogan di Occupy Wall Street.
L’altra ragione d’interesse per Mf Global, è la meccanica del fallimento: questa società  di broker, che sotto Corzine si era allargata fino a diventare una vera investment bank, è stata la prima vittima eccellente della sfiducia verso il debito italiano. Ottava bancarotta per dimensioni nella storia Usa, la Mf Global è stata affondata da 6,3 miliardi di dollari di investimenti in bond dell’eurozona, la metà  dei quali in titoli pubblici italiani. E’ stato anche per effetto del crac di Mf Global, che Barack Obama ha accentuato la sua pressione sull’eurozona, per una soluzione dell’emergenza italiana. Pur essendo assai più piccolo di Lehman, tuttavia Mf Global ha dimostrato concretamente che il rischio del contagio non è un’ipotesi remota. Ancora non si sa quanto perderanno nella bancarotta di Mf Global i suoi partner esterni, da JP Morgan Chase a Deutsche Bank. La liquidazione fallimentare avviata il 31 ottobre si è complicata da quando nella vicenda è entrata anche l’Fbi. Si è scoperto infatti che 600 milioni di dollari sono spariti dai conti dei clienti, senza che sia chiaro dove sono finiti. L’ipotesi di una frode criminale ha reso più tortuoso il cammino per James Giddens, l’amministratore incaricato della liquidazione fallimentare dal tribunale di Manhattan. Giddens ha deciso di tenere a libro paga solo un centinaio di dipendenti di Mf Global, per aiutarlo a decifrare i conti, e a recuperare il recuperabile. Per gli altri 1.066, quelli che si sono ritrovati sui marciapiedi con gli scatoloni di cartone, non è previsto un solo centesimo di liquidazione. In quanto al recupero dei fondi dei clienti, i legali lo hanno definito “un incubo”.


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