Fuga per le anzianità , corsa al ritiro per 300 mila
Gli altri lo stanno facendo o lo faranno nelle prossime settimane. Ultimi giorni, insomma, per la fuga dal lavoro. Nel settore privato, come nel pubblico, l’impennata di domande si era già registrata negli ultimi mesi. Ma se qualcuno ci stava ancora pensando su, è chiaro che adesso si precipiterà agli sportelli per andare in pensione con le regole attuali, che scadono il 31 dicembre.
Poi, con la riforma Fornero, gli anni di lavoro in più richiesti possono arrivare a 5-6 per chi sarebbe altrimenti andato in pensione con l’attuale sistema delle «quote». Stessa cosa nel caso delle donne del settore privato che ora possono andare in pensione di vecchiaia a 60 anni (a 61 compresa la «finestra mobile») e che dal 2012 non potranno andarci prima di aver raggiunto 62 anni, che saliranno a 66 entro il 2018. Discorso a parte, infine, per chi va in pensione col solo requisito dei contributi.
Finora bastavano 40 anni (41,3 mesi dal 2012, con la finestra). Adesso, dal prossimo anno ce ne vorranno 41,3 per le donne e 42,3 per gli uomini. Ma per chi lascia prima di aver raggiunto 62 anni scatteranno penalizzazioni dell’importo della pensione del 2% per ogni anno di anticipo. Logico quindi che chi può vada via.
Nel 2011, nel pianeta Inps (settore privato) ci sono circa 147 mila lavoratori (86 mila dipendenti e 60 mila autonomi) che maturano i requisiti per la pensione di vecchiaia secondo le regole attuali. Nei primi 10 mesi dell’anno già 100 mila avevano presentato domanda. Altri 178 mila lavoratori (88 mila dipendenti e 90 mila autonomi) raggiungono i requisiti per la pensione di anzianità . Fino a ottobre le domande presentate sono state 130mila. Nel pianeta Inpdap (dipendenti pubblici), invece, nei primi 11 mesi di quest’anno sono già state liquidate circa 59mila pensioni di anzianità , con un aumento del 7,3% rispetto allo stesso periodo del 2010.
Si salverà dalla riforma Fornero chi maturerà i requisiti per la pensione entro il 31 dicembre di quest’anno.
Secondo la bozza del decreto (non c’è ancora un testo definitivo) il lavoratore può anche farsi certificare il diritto al pensionamento, eventualmente da esercitare in secondo momento: «Il lavoratore che abbia maturato entro il 31 dicembre 2011 i requisiti di età e di anzianità contributiva previsti dalla normativa vigente prima della data di entrata in vigore della presente legge, ai fini del diritto all’accesso e alla decorrenza del trattamento pensionistico di vecchiaia o di anzianità , nonché della pensione nel sistema contributivo, consegue il diritto alla prestazione pensionistica secondo la predetta normativa e può chiedere all’ente di appartenenza la certificazione di tale diritto».
Lo stesso testo del provvedimento, esclude dalla riforma i lavoratori — fino al tetto complessivo di 50mila — in mobilità e mobilità lunga secondo accordi firmati prima del 31 ottobre e gli esuberi bancari a carico dei fondi di solidarietà di settore.
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