La nuova rivoluzione russa

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Possiamo parlare di Indignati russi?

Sarebbe riduttivo, ma certamente ci sono delle analogie. A scendere in piazza in questi giorni in Russia contro il regime di Putin c’è, per la prima volta, una nuova generazione di russi. Sono società  civile allo stato puro, mobilitatasi autonomamente via Facebook e iPhone. Sono soprattutto ragazze e ragazzi, universitari e giovani professionisti, slegati dai partiti e di diverse posizioni ideologiche, che si rispettano e dialogano perché uniti da un unico valori comune: quello dell’onestà  e della legalità .

Cosa chiedono, oltre all’uscita di scena di Putin?
Difendono la loro dignità  di cittadini, pretendendo di non essere più presi in giro da un potere disonesto e criminale. Il potere del ‘signor botox’, come chiamano Putin alludendo alla sua falsità  non solo estetica, e del suo partito di ‘ladri e imbroglioni’, come hanno ribattezzato Russia Unita. Una terminologia dissacrante che per noi russi rappresenta una rivoluzione semantica e culturale, prima che politica.

Mentre Putin continua a usare la vecchia retorica da Guerra Fredda…
Il potere è rimasto inchiodato al passato, continua a berciare di ‘complotto americano’ e simili stupidaggini: le stesse che sento da quando ero bambino! Ma figuriamoci se la gente è scesa in piazza perché Hillary Clinton ha espresso dubbi sul voto. La gente è scesa in piazza perché la società  russa è cambiata, perché esiste una nuova generazione di russi, quelli immuni dalla cultura paternalistica, che ragiona con la propria testa e non si informa più sulla tv di Stato, ma su Facebook e su Youtube, traboccanti di prove e filmati dei brogli elettorali che i media tradizionali hanno censurato.

Ad esempio?
Per esempio il racconto di quanto accaduto in una scuola dove c’erano due seggi: uno al piano inferiore dove c’erano gli osservatori e dove il partito di Putin ha preso il 22 per cento dei voti, e un altro al piano superiore dove non c’era controllo e Russia Unita ha preso il 65 per cento.
E poi centinaia di filmati rubati con i telefonini che testimoniano palesi irregolarità .
Come disse Abramo Lincoln, puoi imbrogliare sempre una persona, puoi anche imbrogliare tutti almeno una volta, ma non puoi imbrogliare tutti tutte le volte!

Quali saranno i prossimi passi di questo movimento?
La prossima grande manifestazione di protesta è indetta per il 24 dicembre. Ma la vera sfida è rimandata a dopo le elezioni presidenziali del 4 marzo 2012: Putin vincerà  falsificando il voto e a quel punto inevitabilmente la gente tornerà  in piazza più numerosa che mai. Bisognerà  vedere quale sarà  la reazione del regime, sperando che non scelga la strada della repressione violenta. Sarebbe una scelta controproducente, come hanno dimostrato gli arresti di massa di questi giorni, che non hanno fatto altro che spingere più gente a scendere in piazza. Putin farebbe meglio a capire che le cose stanno cambiando, che lui lo voglia o no.

Ma c’è una nuova leadership pronta a sostituire quella attuale?
Tutti i personaggi in campo, anche nell’opposizione, appartengono a una vecchia concezione della politica: dai comunisti di Zuganov, un vero dinosauro politico, ai liberali di Yabloko, anche loro incapaci di interpretare i cambiamenti sociali. I nuovi leader nasceranno ora, magari da questo movimento.


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