Le Borse ritrovano la fiducia trascinate dall’asta della Bce

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MILANO – Ventata di ottimismo sui mercati. Per una volta, tutto è sembrato congiurare al bello, dai dati macro (in Germania), alle indicazioni sul fronte politico (in Spagna) alle aste di titoli di Stato (ancora una volta in Spagna). E, su tutte, il clima di vigilia euforica per l’asta di oggi della Bce: la prima di rifinanziamento del sistema per la durata record di tre anni, la prima con un numero di strumenti finanziari consegnabili in sede di asta (i “collaterali”) molto più ampia del passato e per un quantitativo illimitato. 
Un cocktail vincente, che ha spinto all’insù i mercati: in Europa ha brillato più di tutti Francoforte (+3,11%), che ha fatto meglio sia di Milano (+2,87%), sia di Parigi (+2,73%). Brillante anche Madrid (+2,44%), mentre Londra (+1,02%) e Zurigo (+0,63%) si sono mosse con più cautela. Ben impostata anche Wall Street, con il Dow Jones (+2,85%) ed il Nasdaq (+3,19%) entrambi in netto rialzo (anche in questo caso, con una buona notizia macro: a novembre il numero di nuovi cantieri è cresciuto del 9,3%).
Spettacolare l’andamento dell’asta di titoli a breve in Spagna: i Bonos a tre mesi sono stati aggiudicati a tassi dell’1,735% contro il 5,11% della precedente asta mentre per i titoli a 6 mesi il rendimento è sceso al 2,435% dal 5,227%. Ha contribuito il clima politico (con l’investitura da premier del leader del Partido popular, Mariano Rajoy, che ha subito annunciato nuovi tagli per 16,5 miliardi alla spesa pubblica) ma anche le aspettative per l’asta di oggi della Bce. «Ad una dinamica politica positiva si è unita ragione tecnica – spiega Claudia Segre, segretario generale Assiom Forex – con classico carry trade: paghi l’1% alla Bce e impieghi almeno una parte della liquidità  in titoli di Stato». 
L’asta della Banca centrale nelle aspettative del mercato dovrebbe sommergere di liquidità  a lungo termine il sistema: ci si aspetta dai 250 ai 300 miliardi, di cui almeno il 20% chiesto dalle banche italiane. Già  da ieri, intanto, è sceso lo spread tra i Btp e i Bund (fino a 465 punti base). «In generale si comincia a percepire un miglioramento del clima e lentamente si va riducendo l’avversione al rischio degli investitori», aggiunge Gregorio De Felice, responsabile del Servizio Studi di Intesa Sanpaolo. 
Ma intanto proprio ieri Fitch ha messo sotto osservazione il rating di sette banche italiane, a partire da Intesa Sanpaolo insieme a Mps, Banco Popolare, Ubi, Banca Popolare di Sondrio, Banco di Desio e Iccrea Holding. Una decisione definitiva, ha aggiunto l’agenzia, verrà  presa solo dopo l’analoga decisione sul rating italiano. Nubi anche sul Fondo Europeo salva-stati (Efsf) che potrebbe venir presto declassato e quindi dire addio alla tripla A. Sempre in ambito europeo, il presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy ha convocato una riunione straordinaria del vertice Ue per il 30 gennaio, dedicata anche all’emergenza occupazione e alle misure per stimolare la crescita. 
Dall’altra sponda dell’Atlantico invece la Fed ha pubblicato una bozza di proposta per ridurre significativamente la probabilità  di fallimento di istituzioni finanziarie di dimensioni maggiori, puntando tra l’altro a rafforzare gli strumenti a sua disposizione per prevenirne il collasso.


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