L’economia politica tra Bce e S&P
Il quale ha posto un problema a suo modo «filosofico», che anche noi avevamo – inascoltati – evidenziato più volte. È «contraddittorio da una parte dire che i mercati sono la causa del problema e dall’altra aspettare che siano i mercati a valutare l’efficacia delle soluzioni». In medicina, nessuno chiede al tumore di essere giudice della terapia. O meglio, la terapia risulta efficace se annienta il tumore, ossia la causa della malattia. Che in economia sono «i mercati» e il loro funzionamento malato (in realtà «obbligato»). Specie se, come in questo caso, «le soluzioni» consistono in drammatici tagli al «modello sociale europeo»; quindi alla tenuta stessa della coesione sociale nel vecchio continente. A suo modo, lo stesso problema è stato sollevato dal capo-economista di Standard&Poor’s, JeanMichel Six. La Ue – ha detto – «oltre al rigore deve puntare sulla crescita», che nell’ultimo vertice di Bruxelles è stata assai poco presa in considerazione. La prospettiva, dal suo punto privilegia di osservazione, è preoccupate: «c’è la possibilità molto elevata che la zona euro conosca una recessione più grave di quella che avevamo previsto», a causa della pressione dei mercati finanziari che chiedono una riduzione del debito pubblico. Lo stesso Six – uno di quelli che «dà il rating», dando spesso l’impressione di dare i numeri – ammette con il taglio della spesa pubblica la recessione non può che peggiorare. E quindi «valutiamo al 40% la possibilità di una recessione davvero pesante», con l’economia che arretra per un intero anno. Almeno. «Se ne fotte», scusare l’oxfordismo, Jurgen Stark, il« falco» dimessosi dalla Bce quando questa – con Trichet – aveva iniziato ad acquistare bond pubblici dei paesi in difficoltà (come i Btp italiani). Per lui, qualsiasi cosa accada, «l’intervento sui titoli di stato da parte dell’Eurotower non è la soluzione». Perché «la missione principale della Bce è mantenere la stabilità dei prezzi». La metafora del medico torna utile anche stavolta: secondo questa scuola di pensiero – in realtà molto «operativa» e ben poco «teorica» – il paziente sta bene se la temperatura non aumenta. Anche se nel frattempo è morto di freddo.
Related Articles
IL FIATO CORTO DI KARLSRUHE
Siccome subito dopo il via libera della Corte Costituzionale di Karlsruhe alle decisioni già votate dal Bundestag il famoso spread si è immediatamente abbassato, tutti hanno tirato un respiro di sollievo e inneggiato al vellutato funzionamento delle istituzioni europee:la Corte si è piegata alla volontà parlamentare e il parlamento tedesco si era a sua volta mosso all’unisono con quello europeo. Non si può dar torto a chi si è entusiasmato: se le cose fossero andate diversamente nell’immediato sarebbe stato un bel guaio.
«Lettera in cassaforte, nessun segreto»
L’ex manager Mps interrogato tre ore. La difesa di Baldassarri: Bankitalia sempre informata di tutto
La Corte dei conti boccia l’austerity «Ci è costata 230 miliardi di euro»
Basta rigore / IL PRESIDENTE GIAMPAOLINO: ORA LA CRESCITA
La magistratura contabile non nega però che in Italia non sia facile tagliare le tasse, causa l’alto debito