Un funerale dell’altro secolo

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Un funerale da pieno ‘900 quello dedicato ieri a Pyongyang al leader della Corea del nord Kim Jong-il, morto per un infarto il 17 dicembre. Il corteo funebre è stato aperto da una limousine nera e da un ritratto gigante (e sorridente) dello scomparso. Dietro, su un’altra automobile, una cascata di fiori bianchi precedeva la limousine con il feretro, coperto da un’enorme bandiera rossa del Partito dei lavoratori di Corea, il partito unico che governa il paese. Intorno, una folla disperata: centinaia di migliaia di persone in lacrime, mostrate in una diretta fiume dalla tv di stato. Civili e militari piangevano serrando i pugni in segno di afflizione e spesso si lasciavano cadere in ginocchio. E poi, la neve imprevista: «La nostra vita non sarà  più la stessa», ha detto il commentatore tv dopo aver ringraziato il defunto leader «per essersi speso per il bene e la prosperità  della nazione». 
La cerimonia, di due giorni, è iniziata nella piazza del Kumsusan Memorial Palace, dove decine di migliaia di soldati hanno salutato la salma scoprendosi il capo e inchinandosi, poi un’orchestra ha intonato l’inno nazionale. Il corteo funebre si è poi diretto all’intersezione Ryonghung di Pyongyang. Quando è ritornato al Mausoleo, i soldati hanno tirato 21 colpi di fucile: 21 omaggi per il leader scomparso a 69 anni, che lascia la direzione del paese al figlio Kim Jong-un, il terzogenito di 28 anni. Sarà  lui, affiancato dallo zio Jang Song-Thaek, il dirigente «supremo dello stato, del partito e dell’esercito». Kim Jong-un e il «reggente» ieri erano affiancati da altri importanti responsabili del partito unico. 
Oggi, sulla grande piazza Kim Il-sung (dedicata al fondatore della Corea del Nord), nel cuore della capitale, dovrebbero affluire 100.000 persone per assistere al giuramento del nuovo capo di stato e per osservare tre minuti di silenzio in onore di quello scomparso.


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