GITA AL GIGLIO

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Passarono tre mesi; un po’ più su, nel Golfo del Messico, esplose e s’incendiò la piattaforma petrolifera Bp, Deepwater Horizon: undici vittime, disastro ambientale, milioni di barili di petrolio in mare, molti miliardi di dollari i danni accertati. Il governo Obama, commosso, prima sembrò vietare le prospezioni lungo le coste atlantiche, poi tergiversò, infine ammise che la conquista dello spazio, ogni spazio, anche e soprattutto quello marino profondo, doveva continuare. L’altissima torre, prima di finire negli abissi, aveva girato il mondo, piano piano, dal cantiere coreano in cui fu varata al Golfo finale. Ne arrivarono altre. Un lungo percorso, degno delle imperscrutabili leggi del capitale. Il versamento di greggio, si sospetta, e le riparazionisaranno poi serviti ad aumentare il pil Usa e degli stati rivieraschi, dalla Florida alla Louisiana, al Texas. 
Il pil del Giglio, o quello in generale dell’Italia aumenteranno anch’essi, per l’urto della Concordia con gli scogli di granito del Giglio? Lo diranno i tecnici, capaci di non distrarsi per le bellezze dei luoghi, di computare ogni vita per quello che vale, in termini attuariali, non affettivi. Per sicurezza, per evitare ogni contraccolpo, a parte l’emozione, prevedibile ma di breve durata, alla City di Londra e a Wall Street, dove è quotata la società  Carnival, cui fa capo Costa Crociere, già  si conteggiano i danni e le riassicurazioni, il gasolio versato e quello recuperato, i risarcimenti alle famiglie delle vittime, le possibili class action e la pubblicità , non necessariamente solo negativa. Tutto lascia presagire che le crociere continueranno, con forse un po’ di cautele in più, per qualche tempo. Anche qui da noi la conquista dello spazio deve continuare; e la governance italiana sembra convinta che una Grande Nave sia in sostanza una nave spaziale come tutti hanno imparato a conoscerne nelle «Guerre stellari» di Hollywood; invece di raggiungere Alpha Centauri, costeggia il Giglio e attraversa Venezia; ma è sempre una bella, insperata avventura. 
A conti fatti, sembra siano millequattrocento le navi di stazza gigante che si infilano a Venezia, nel canale della Giudecca, in un anno. La follia è di casa in Italia. La follia aumenta perché alle obiezioni sollevate si è risposto che una rotta diversa dev’essere stabilita dagli armatori all’unisono; altrimenti nun se pò ffa, come dicono a Roma. Nel mare di follia galleggiano stupidità , incompetenza, vigliaccheria. Se è questa la cifra nazionale e non si prevede di cambiare e nessuno si batte per questo fine, per ritrovare impegno e moralità  pubblica, allora hanno davvero ragione quelli che contano di andare in gita ad Alpha Centauri.


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