«Sanzioni Ue irragionevoli e nel solco di Washington»

Loading

La visita è cominciata tra dichiarazioni ottimiste da parte iraniana: «Aiuterà  a chiarire la natura pacifica delle attività  iraniane», ha detto ieri il ministro degli esteri di Tehran, Ali Akbar Salehi. Per l’agenzia ufficiale Irna gli ispettori visiteranno con ogni probabilità  il sito atomico di Fordow, scavato nelle montagne presso Qom, che ha suscitato grande scandalo quando l’Iran ne ha rivelata l’esistenza tre anni fa e quando, il mese scorso, ha annunciato che proprio quell’impianto sotterraneo è un secondo sito di arricchimento dell’uranio. E ieri proprio il ministro Salehi ha dichiarato che il combustibile (uranio arricchito al 20%) è ormai pronto e sarà  trasferito al reattore di ricerca di Tehran il mese prossimo.
Nelle ultime settimane prima gli Stati uniti e poi l’Europa hanno dichiarato nuove sanzioni verso l’Iran. In particolare l’Unione Europea ha deciso di interrompere dal 1 luglio l’acquisto di petrolio dall’Iran, di cui pure oggi compra circa 450mila barili quotidiani. Il ministro degli esteri britannico William Hague ha definito l’embargo petrolifero «una misura pacifica e legittima» per spingere l’Iran al negoziato. Ma con questo embargo unilaterale gli europei si sono messi nel solco americano, ci ha detto l’ambasciatore della Repubblica islamica dell’Iran in Italia, Seyyed Mohammad Ali Hosseini: «Come si può definire “misura pacifica e legittima” l’embargo contro una nazione in palese contraddizione con le leggi e il diritto internazionale? Queste sanzioni contraddicono la “Convenzione internazionale per i diritti economici, sociali e culturali ” e la ” Dichiarazione sul diritto allo sviluppo”, che sono tra i diritti fondamentali delle nazioni. Osservate le sanzioni imposte negli ultimi decenni: emerge chiara la tendenza americana a utilizzarle per imporre unilateralmente le proprie politiche. Dal 1922 al 1996 gli Stati Uniti hanno imposto 61 embarghi unilaterali contro ben 35 paesi al mondo, che fanno il 42 % della popolazione mondiale. La decisione dell’Unione Europea si colloca nel solco delle politiche americane, con ben precisi intenti politici. La politica delle sanzioni contro una nazione che persegue il raggiungimento dei propri diritti naturali e legittimi è irragionevole». 
Le sanzioni però cominciano a pesare: crede che spingeranno l’Iran a modificare la sua politica?
Negli ultimi 32 anni gli Stati Uniti e alcuni paesi europei hanno appesantito le sanzioni sempre di più per massimizzare la pressione sul popolo e il governo della Repubblica islamica dell’ Iran: ma al contrario finirà  con il rafforzare la coesione nazionale e l’unità  degli iraniani nella salvaguardia delle conquiste scientifiche e tecnologiche. No, non provocheranno alcun reale cambiamento nelle politiche strategiche del Paese. 
Quanto pesano le sanzioni internazionali, in particolare sulla Banca Centrale e sul petrolio, sull’economia iraniana?
Sono ormai trent’anni che ci confrontiamo con le sanzioni e sono certo che sapremo superare anche questo frangente. Intanto osserviamo le prime conseguenze dell’embargo petrolifero proprio nei mercati dei paesi che lo hanno imposto: da parte dell’ Unione Europea la dilazione semestrale dell’embargo non è segno di benevolenza verso l’Iran ma di preoccupazione per le conseguenze negative che questo avrà  sulle economie di alcuni paesi in Europa. Il moltiplicarsi di contatti e visite tra i paesi europei e alcuni paesi produttori di petrolio sono evidenti segni di questa apprensione. Le sanzioni in alcuni casi hanno creato difficoltà , certo, ma senza rallentare sensibilmente il nostro sviluppo. Infine, l’embargo petrolifero potrebbe rappresentare per l’Iran un’occasione per diminuire la nostra dipendenza dal settore petrolifero e accelerare il potenziamento di altri settori.
Crescono le voci di un possibile attacco di Israele agli impianti nucleari iraniani, e anche negli Stati uniti si parla di «opzione militare». Crede che il rischio di un confronto militare sia più reale che in passato?
Lo scenario irragionevole delle sanzioni contro l’Iran era stato preso in considerazione da tempo e non è da mettere in relazione con altre questioni. Ritengo poco probabile il confronto militare. I soggetti a cui fa riferimento sono ancora alle prese con i risultati delle loro avventure militari ambiziose e fallimentari degli anni scorsi. 
Italia e Iran hanno una storia di buone relazioni. Crede che questo cambierà , nel quadro attuale? 
Siamo convinti che i buoni rapporti tra i due paesi, radicati nella storia, civiltà  e cultura dell’Iran e dell’Italia, continueranno a crescere e svilupparsi. Numerose occasioni di collaborazione tra i due paesi, se realizzate, potrebbero trasformare le relazioni bilaterali in un esempio per altri paesi dell’Unione europea. A mio avviso è possibile, con lungimiranza e buona determinazione, tenendo conto dei comuni interessi e attraverso più attive consultazioni tra i responsabili dei due paesi, superare l’attuale situazione determinata per lo più da imposizioni esterne.


Related Articles

Gas, libero scambio e nucleare: la ragnatela russa attira Erdogan

Loading

Medio Oriente. Russia e Turchia firmano l’accordo sul Turkish Stream, a breve quello sul commercio. Sullo sfondo la Siria: la soluzione politica allontanata dai cambi di alleanze

La fine di Olimpia

Loading

Otto anni fa Atene era in paradiso, trascinata dalla festa per le Olimpiadi. Oggi è la pecora nera dell’Europa, capitale di uno Stato tenuto in vita artificialmente con le trasfusioni di liquidità  internazionale. E ormai, per tutti, la corsa è solo a far quadrare i conti Persino il comitato olimpico è rimasto a terra: “Ci stanno uccidendo un euro alla volta” Il veleno della recessione è entrato in circolo in ogni capillare della società 

 

La Camera delle regioni: l’Npd neonazista al bando

Loading

Germania/RICHIESTA ALLA CORTE COSTITUZIONALE
Può una democrazia mettere fuori legge un partito? La questione in Germania è tornata d’attualità. Ieri è stata depositata presso la Corte costituzionale di Karlsruhe, la richiesta di messa al bando della principale formazione di estrema destra, la Npd (Nationaldemokratische Partei Deutschland).

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment