Mps, sindacati contro Viola “Mussari e Mancini si dimettano”

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MILANO – Chi conosce bene le cose in terra di Siena, sostiene che si tratterebbe di un gioco delle parti. Con i sindacati che rappresentano i quasi trentamila dipendenti del Monte dei Paschi costretti dagli eventi a mostrare la faccia arrabbiata. Ma è anche vero che un comunicato così duro dalle parti di palazzo Rocca Salimbeni – sede storica della banca – non lo avevano mai visto. 
Ieri, con un solo documento, i sindacati hanno votato la loro sfiducia al nuovo direttore generale Fabrizio Viola, destinato a prendere il posto di Antonio Vigni, e hanno dimissionato sia il presidente della banca, nella persona di Giuseppe Mussari, che quello della Fondazione, Gabriello Mancini, che controlla la maggioranza del capitale dell’istituto senese. «In considerazione del fatto che entrambi hanno ritenuto di aprire una nuova fase – affermano in una nota Dircredito, Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Ugl credito e Uilca – con un atto di così forte discontinuità  rispetto al passato, è indispensabile che esercitino, a questo punto, un atto di forte coerenza rassegnando immediatamente le dimissioni».
I sindacati non hanno preso bene il fatto di non essere stati nemmeno preallertati dell’uscita di scena di Vigni. E, inoltre, temono che la sostituzione possa portare a una nuova riorganizzazione con “lagrime e sangue” e l’arrivo di Viola li esponga a incertezze che con Vigni, evidentemente, non avevano. Anzi, come hanno scritto sempre nella nota «si tratta del tentativo di mettere in discussione il modello di relazioni sindacali che ha consentito al gruppo di crescere e ai lavoratori di difendere il patrimonio normativo e di ottenere tutele nei processi di incorporazione e di riorganizzazione». Del resto, con Vigni i sindacati hanno gestito nelle ultime stagioni l’uscita volontaria e concordata di almeno 3mila persone. 
La pensa un po’ diversamente il mercato. Sempre ieri, nella prima seduta dell’anno a Piazza Affari, i titoli della banca hanno preso il volo proprio grazie al cambio al vertice: le azioni di Mps – uno dei titoli peggiori tra le blue chip nel corso del 2011 – hanno guadagnato il 3,53%, guidando il rimbalzo dei bancari. Evidentemente, gli operatori hanno fiducia nelle qualità  di Viola, tanto è vero che le azioni della Bper (la Popolare Emilia Romagna, da cui proviene), sono rimaste inchiodate al palo. Così come si sono dette soddisfatte della scelta i soci forti della Fondazione: la Provincia ma soprattutto il comune di Siena.
In ogni caso, per l’addio di Mussari i sindacati non dovranno aspettare molto: il presidente ha sempre detto che non si sarebbe ricandidato per un terzo mandato e dunque andrà  in scadenza con la prossima assemblea. Mancini, invece, finisce il mandato tra un anno e mezzo ma non sembra intenzionato a passi indietro, visto che non lo ha fatto nemmeno quando glielo aveva chiesto il sindaco di Siena Franco Ceccuzzi, invocando «aria nuova». Il Comune – che assieme alla Provincia nomina 13 dei 16 consiglieri della Deputazione – dovrebbe prendersi la responsabilità  di sfiduciarlo. Ma a Siena fanno notare che non è mai accaduto.


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