Precariato da ridurre e più ammortizzatori Spazio all’apprendistato

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Oltre alla patrimoniale e a meno tasse sui lavoratori, i sindacati chiedono una netta modifica della riforma Fornero sulle pensioni; la riduzione dei contratti precari e, implicitamente, la garanzia che l’articolo 18 sui licenziamenti non venga toccato; il potenziamento degli ammortizzatori sociali; che le liberalizzazioni non mettano in discussione i servizi universali delle Poste e delle Ferrovie. Più in particolare il documento unitario di Cgil, Cisl e Uil propone un riordino degli ammortizzatori sociali con lo scopo di estendere la copertura alla platea di lavoratori priva di tutele, da finanziare attraverso l’incremento dei contributi. Per i sindacati il nuovo sistema dovrà  basarsi su due strumenti finalizzati alla salvaguardia del reddito dei lavoratori: il primo in caso di «sospensione per situazioni di crisi temporanee o strutturali dell’impresa (Cig)», e il secondo in caso di «risoluzione del rapporto di lavoro (indennità  di mobilità  e disoccupazione)». Quanto alle forme contrattuali, il contratto a tempo indeterminato resta la forma comune d’impiego, ma vanno incentivate le tipologie contrattuali che promuovano il lavoro stabile, in particolare il contratto di apprendistato professionalizzante, come canale d’ingresso al lavoro per i giovani, e il contratto di inserimento, per il reimpiego dei lavoratori in disoccupazione, per l’occupazione femminile nelle aree ad alta disoccupazione e per gli over 50. Per entrambe queste forme si propone di incentivare ulteriormente, per via fiscale e contributiva, le trasformazioni in contratti a tempo indeterminato. Disincentivi andrebbero applicati ai contratti che alimentano il precariato.


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