“Siamo una nazione piccola ma meritiamo di essere liberi”

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La prima volta che diedi pubblicamente il mio appoggio allo Scottish National Party (Snp, Partito nazionale scozzese, ndt) fu più di quarant’anni fa, quando feci a Winnie Ewing gli auguri per le elezioni suppletive di Hamilton: e le vincemmo. Era il 1967, e da allora la Scozia non è più stata la stessa. La necessità  di creare un Parlamento scozzese e raggiungere l’autodeterminazione sono diventati punti fondamentali del nostro programma politico e con gli anni si sono fatti sempre più pressanti. Nel 1997 la Scozia ha finalmente ottenuto un proprio Parlamento, per la prima volta da quando, nel 1707, un manipolo di canaglie vendette la nostra libertà . Poi, nel 2007, dopo cinquant’anni di governo laburista, abbiamo compiuto un altro determinante passo avanti con l’elezione del primo governo nazionalista scozzese della nostra storia. E che governo! Quasi non passa giorno senza che sia annunciata un’ennesima misura per il bene della Scozia e del suo popolo. In effetti le cose in Scozia vanno così bene che alcuni nostri amici inglesi stanno pensando di sfuggire al loro governo e trasferirsi quassù da noi, nella nuova Scozia governata dal Partito nazionale scozzese. Come dare loro torto?
Il primo ministro Alex Salmond è il miglior leader che la Scozia abbia mai avuto. Insieme alla sua squadra ha messo in piedi un governo che sta cambiando la vita di tutti coloro che vivono in Scozia. Sono orgoglioso di constatare che la Scozia, come nazione, venga ora presa sul serio in tutto il mondo. In molti Paesi la gente ama la Scozia e gioisce dei nostri successi. Saremo forse una nazione piccola, ma camminiamo a testa alta. E il successo ottenuto dallo Snp mi rende incredibilmente ottimista riguardo al domani.
Se sostengo l’indipendenza della Scozia è soprattutto per un motivo semplice e convincente: perché credo nell’eguaglianza. La Scozia dovrebbe avere lo stesso status dell’Inghilterra e di qualsiasi altra nazione, in modo da avere anche le medesime possibilità  di successo – proprio come ciascun individuo dovrebbe avere il massimo delle opportunità . Sono sempre stato fiducioso sul futuro della Scozia. E credo che oggi questa sia più che mai prossima a raggiungere l’indipendenza e la parità .
Non tanto tempo fa non era neanche all’orizzonte il decentramento amministrativo, e ancor meno l’indipendenza. Da allora, però, siamo diventati sempre più forti e continuiamo a compiere progressi, un passo alla volta. Il primo passo è stato la conquista di un Parlamento autonomo, nel 1997. Il secondo è arrivato nel 2007, con l’elezione di un governo guidato dallo Scottish National Party. Ora credo che la Scozia abbia ciò che serve per compiere il terzo passo, e sono convinto che vi riuscirà  nel corso della mia vita. La Scozia uscirà  allora dall’ombra dei nostri amici e vicini inglesi e formerà  con loro una nuova alleanza basata sulla parità . Quando sarà  il caso di lavorare insieme, lavoreremo insieme, e quando occorrerà  perseguire i nostri interessi particolari, lo faremo. La regina sarà  il capo di Stato di entrambe le nazioni, ciascuna delle quali avrà  un proprio Parlamento, indipendente, che ci consentirà  di perseguire i nostri interessi in patria, in Europa, nel mondo. È un assetto che considero da sempre sensato, e credo sia venuto il momento di metterlo in atto. Per le piccole nazioni, l’indipendenza riflette l’andamento della storia. Quando nacquero le Nazioni Unite, nel 1945, esistevano solo una quarantina di Paesi indipendenti. Oggi ve ne sono quasi duecento, e non c’è motivo per cui la Scozia non possa unirsi a loro. 
+(L’intervento è estratto da un articolo pubblicato dallo Scottish Sunday Express. Traduzione di Marzia Porta)


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