E il 94,4% degli studenti trova subito lavoro

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Tonalità  che è risuonata nella prolusione del rettore, Guido Tabellini. Non solo nell’attestato di benemerenza rilasciato all’esecutivo: «Grazie all’eccezionale lavoro del governo, non solo l’Italia sta recuperando la fiducia degli altri, ma sta ritrovando fiducia in se stessa e nel proprio futuro». Ma soprattutto nelle linee programmatiche dell’università  milanese fortemente assimilabili a quelle di Palazzo Chigi. «Nel nostro piccolo — ha detto Tabellini — negli anni passati abbiamo affrontato alcune delle sfide che ora il Paese si trova ad affrontare molto più in grande: come valorizzare il merito e attrarre talenti, come rinforzare la credibilità  internazionale, come trasmettere al nostro interno i valori di rispetto reciproco e delle regole, di pluralismo, di coesione e solidarietà ». Qual è la copia? E qual è l’originale?
Sul palco i professori in ermellino. Davanti il rettore Tabellini, il vicepresidente Luigi Guatri, il professore emerito Piergaetano Marchetti, presidente di Rcs. In platea, tra gli altri, il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, il presidente della Consob Giuseppe Vegas, l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Enrico Cucchiani, l’amministratore delegato di Expo Giuseppe Sala, il presidente di Promos Bruno Ermolli, il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli.
Eccoli i numeri. Anche in un momento di crisi aumentano i laureati della Bocconi che trovano lavoro entro un anno. Si è passati dal 93,6% del 2009 al 94,4. E crescono anche le domande di ammissione: più 20% per il triennio, più 28% nel biennio e addirittura più 40% dall’estero. Il 34% delle ore di insegnamento è in inglese. Il 17,3% dei laureati trova lavoro all’estero, con un picco del 43% per il biennio di International management. L’11% degli studenti proviene dall’estero. Aumentano anche i finanziamenti internazionali: nel 2012 hanno superato gli 8 milioni di euro. «Nei ranking internazionali — sottolinea Tabellini — l’università  ha scalato varie posizioni e l’indicatore che ci dà  piu soddisfazione è il placement e la qualità  degli studenti. Siamo quindicesimi al mondo per la reputazione dei datori di lavoro». E al ventiseiesimo posto nel mondo per finanza e accounting. Tabellini lancia anche un appello. Al pubblico e al privato. «Le grandi università  americane sono nate e cresciute grazie a lasciti di privati. Queste donazioni sono state lungimiranti perché gli atenei hanno portato ricchezza materiale e intellettuale alle aree circostanti». Conclusione: «La sfida di mantenere e rinforzare il sostegno che viene dall’esterno sarà  cruciale per la Bocconi del futuro».
A Piergaetano Marchetti è toccato il compito di tracciare il percorso dell’informazione che cambia nell’epoca del web. Un effetto dirompente di partecipazione che muta le regole del gioco e la gestione della polis. Un ciclo virtuoso che però deve fare i conti con le distorsioni della Rete. Insite strutturalmente in un mezzo così potente che da spazio di libertà  rischia di trasformarsi nel Grande Fratello di orwelliana memoria. «Quella che sembrava la sublimazione del diritto fondamentale di libertà  di pensiero diventa un far west in cui sono messi a maggior rischio altri diritti fondamentali». Praterie di libertà  contro diritti violati, strumento democratico versus «tentazioni populiste». E per scendere nel concreto della norma: violazione del copyright contro diffusione orizzontale della cultura. Un quadro che richiede nuovi strumenti giuridici, perché quelli esistenti risultano «scompaginati» dalla novità  di Internet. E anche scelte dolorose: «Mi chiedo e ci si chiede — conclude Marchetti — che senso abbiano queste microprovvidenze a questa o a quella testata cartacea con modestissime tirature, ove sia incentivato un facile accesso alla rete come offerente e come utente ed ove, soprattutto, il Paese sia dotato di una rete capillare ed efficiente».


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