Ferretti e Lo Schiavo “Felici, ma che errore non premiare Scorsese”

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LOS ANGELES – La mattina dopo l’Oscar, c’è grande felicità  nella suite dell’hotel Beverly Wilshire dove Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo hanno celebrato con i loro due figli (Melissa che vive a Milano e si occupa di finanze, e Edoardo che studia regia alla New York University) la vittoria per la miglior scenografia di Hugo Cabret di Martin Scorsese e i complimenti che sono arrivati dall’Italia del Presidente Napolitano: è il terzo Oscar per loro (nona candidatura per Ferretti, ottava per Lo Schiavo). E il primo pensiero, insieme alla gioia, è per Martin Scorsese e il suo mancato Oscar. «Eravamo molto preoccupati – esordisce Francesca Lo Schiavo – perchè era così evidente l’onda pro The Artist. Il mancato Oscar a Martin non ci è sembrato giusto. Almeno la “regia” se la meritava, come è successo ai Golden Globes. Alla festa di “Vanity Fair”, ieri sera, dopo la cerimonia, tutti venivano a dirci, “ci dispiace tanto per Martin”. 
Davvero è stata una sorpresa per voi vincere l’Oscar? 
Lo Schiavo: «Non eravamo affatto sicuri. Quando c’è una unanimità  così forte per un film, come è stato per The Artist… È stato un bel sospiro di sollievo, alla fine».
Ferretti: «E siamo felicissimi per la vittoria del direttore della fotografia, Robert Richardson, che con la sua arte e la sua visione ha fatto tantissimo per Hugo».
Francesca, lei ha dedicato il premio a Martin e all’Italia. 
Lo Schiavo: «Sì, l’avevo preparato. Quest’anno l’Academy ci aveva raccomandato di essere brevi, così ho detto a Dante, se per caso vinciamo tu fai i ringraziamenti ufficiali e io dirò poche parole, sapendo ciò che avrei detto. Avevo già  dedicato un Oscar ai miei figli, ho perso da poco mia madre, e così mi è venuto da pensare all’Italia: anche se si vive e si lavora all’estero e hai avuto gratificazioni in un altro paese, l’Italia rappresenta le tue radici. Quindi io in quel momento col cuore ho pensato all’Italia, alla città  dove sono nata, alla città  dove vivo». 
È incredibile il lavoro che avete fatto per ricostruire in studio una Parigi che pare più vera di quella autentica.
Ferretti: «È stato un lavoro immenso. Ho dovuto ricostruire un’intera stazione ferroviaria, lo studio di Melies, una parte di strade Parigi, tutto in studio, a Londra. Abbiamo girato solo 4 giorni a Parigi! Il resto è tutto ricreato da noi due. Certo quando uno finisce un lavorone del genere mette tutto dietro le spalle, ma io ho rivisto il film un paio di volte e ogni volta mi sono commosso». 
Lo Schiavo: «Parigi? Io ci sono andata per comprare e affittare un sacco di oggetti al Mercato delle Pulci e nei negozi di antichità  per portarli sul set a Londra».
È molto diverso lavorare per un film girato in 3D?
Ferretti: «Lo è eccome. Ho fatto otto film con Martin e questo era il primo in 3D per tutti, non solo per lui. Abbiamo studiato molto. Il 3D ti costringe a porre molta più attenzione a certi dettagli. Credo che abbiamo fatto un ottimo lavoro. Quando ti siedi al cinema, è come se entrassi dentro lo schermo».
Lo Schiavo: «Io e Bob Richardson abbiamo fatto molti test prima di girare proprio perchè eravamo tutti nuovi sul 3D, e abbiamo via via scoperto che tante cose dovevano essere corrette: certi set che sembravano arredati completamente, invece venivano fuori molto più vuoti. Ho dovuto ingrandire per esempio la misura di tutti i giocattoli del negozio di Ben Kingsley perchè non venivano fuori bene nel 3D e visto che Martin cercava una visione tipo di sogno li abbiamo dovuti fare tutti daccapo. Si trattava di imparare». 
Fatta l’esperienza, ne farete un’altra in 3D?
Ferretti: «Il film su cui sto lavorando ora, a Vancouver, è in 2D: si intitola The seventh Son (Il settimo fratello), di Sergei Bodrov. È un fantasty, una storia di maghe, maghi, streghe, con Jeff Bridges e Julianne Moore ambientato nel ‘700. Una produzione da 130 milioni di dollari: è un piacere, mi fanno fare tutto quello che voglio». 
Lo Schiavo: «Io invece torno a Roma per dedicarmi un pochino alla mia vecchia passione dell’arredamento di case e per prepararmi al prossimo film di Martin (Scorsese, ndr) che io e Dante torneremo a fare insieme e che dovrebbe cominciare a fine primavera a New York. Non l’hanno ancora annunciato quindi non posso rivelare niente di più. Se poi capitasse la possibilità  di lavorare con un bravo regista italiano… Magari».
Cosa cambia questa ulteriore vittoria per voi?
Ferretti: «Ieri era il mio 69esimo compleanno, e non avrei potuto ricevere regalo migliore»
Lo Schiavo: «A me da più entusiasmo per andare avanti».
(silvia bizio)


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