Gelo, è allarme per il week end

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Il momento peggiore è atteso nella notte tra venerdì e sabato, ore durante le quali, secondo le previsioni della protezione civile, sono attese forti nevicate nel centro-sud, pianure comprese. Le zone maggiormente a rischio sono Roma e il Lazio, ma anche la Campania, la Puglia, l’Emilia Romagna e le Marche. Altre ventiquattro ore e toccherà  al centronord, visto che per domenica è annunciata addirittura una «meganevicata».

Sembra proprio non voler passare l’ondata di gelo che da quasi una settimana colpisce la penisola. Ieri il capo della Protezione civile Franco Gabrielli ha visto il premier Mario Monti al quale, oltre a riferire delle polemiche innescate dal sindaco di Roma Gianni Alemanno, ha chiesto una maggiore collaborazione del governo per affrontare l’emergenza neve. E Monti non ha fatto mancare il suo appoggio al prefetto, garantendo la massima disponibilità  da parte di ogni ministro. E ce ne sarà  bisogno, perché le colonnine di mercurio continuano a far segnare temperature siberiane, con le minime ancorate sotto le zero in molte città  del nord. Si va dai -9 gradi di Milano ai -7 di Trieste ai -12 di Aosta. Ma il record spetta a Sasselo, piccolo cento in provincia di Savona dove si sono toccati i -21 gradi.
Si annuncia dunque un altro week end difficile per la capitale, già  messa a dura prova a causa del fallimento del piano messo a punto dal Campidoglio. «Ci prepareremo al meglio», ha assicurato questa volta Alemanno sul suo blog, senza rinunciare all’ennesima, inutile polemica con Gabrielli. «Domani (oggi, ndr) – ha scritto – faremo una nuova riunione con tutte le strutture della protezione civile del Comune e ci prepareremo al meglio, leggendo tutti i bollettini in senso peggiorativo, non fidandoci più di quanto ci viene trasmesso. È difficile comunque dire quanto sarà  il maltempo». Intanto, dopo due giorni di chiusura, ieri Alemanno ha disposto la riapertura delle scuole,e che da oggi tornano dunque al lavoro in attesa di vedere cosa accadrà  nelle prossime ore.
Evidentemente sotto pressione, intanto Alemanno continua però ad esternare a 360 gradi, nel tentativo di giustificare il suo fallimento. E così dopo il presunto complotto orchestrato dalla Protezione civile che non lo avvertirebbe mai in tempo delle possibili emergenze legate al maltempo, ieri il sindaco ne avrebbe scoperto un altro. «Questa enfatizzazione dell’emergenza maltempo a Roma è francamente sospetta – ha detto -: non vorrei ci fosse una strategia nordista per mettere in discussione Roma», visto che le polemiche arrivano proprio quando «il presidente Monti deve decidere sulle Olimpiadi. Non vorrei – ha proseguito Alemanno – fosse l’ennesimo tentativo per presentare la nostra città  come una realtà  che non sa autogestirsi». La risposta arriva dal leghista Roberto Castelli. «Ma perché Alemanno anziché agitarsi e cercare ovunque complotti, non dice la banale verità ? – ha chiesto l’ex ministro – E cioè che Roma è una città  mediterranea assolutamente non abituate alla neve e quindi impreparata? E’ eccezionalmente nevicato e per un giorno al città  è andata in tilt. Che c’è di male ad ammetterlo?».
Ben più serio delle polemiche è invece il bilancio delle vittime del gelo. Anche ieri ci sono state cinque morti, che fanno salire il totale dei decessi a 30 in pochi giorni. Ancora una volta il maggior numero di vittime si conta tra le persone anziane colte da malore mentre spalano la neve, i camionisti, costretti a rimanere in strada per ore e i senzatetto. In Irpinia una donna di 81 anni è morta forse in seguito a complicazioni legate al diabete, a Ferrara ha perso la vita un senzatetto, mentre un’altra donna, forse una clochard di 54 anni, è morta a Caponago, in Brianza per assideramento. A Genova invece un uomo di 48 anni è stato trovato morto in una cava nella quale sarebbe caduto fratturandosi una gamba e non riuscendo più a muoversi sarebbe morto assiderato. 
Quella dei senzatetto rappresenta comunque un’emergenza nell’emergenza. In tutta Italia operatori e volontari della Croce rossa hanno intensificato gli interventi lungo le strade distribuendo abiti, coperte, bevande calde e generi di prima necessità , ma anche mettendo a disposizione posti letto, come succede a Roma dove nella sede di via Toscana sono ospitate 52 persone. A Bari invece una comunità  rom ospita nelle scuole rimaste chiuse rischia di tornare per strada per la riapertura degli istituti, prevista per oggi pomeriggio. «Se ci mandano via di qui moriremo di freddo», ha detto ieri il portavoce della comunità  di circa 80 persone tra le quale si trovano anche 80 bambini. Se il comune non troverà  al più presto una soluzione, per loro l’unica alternativa sarebbe quella di tornare nell’accampamento in cui vivevano sul lungomare, una serie di baracche costruite con le cassette della frutta. «La situzione è drammatica – ha proseguito il portavoce – molti bambini sono malati e quando le donne sono incinte tutto diventa più difficle: abbiamo bisogo del vostro aiuto».


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