I sindaci abruzzesi inferociti «La Protezione civile dov’è?»

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Per non lasciar morire 400 pecore e i cavalli, i proprietari di un agriturismo di Anversa sono scesi a valle con tutto il bestiame tracciando un sentiero nella coltre di neve. È dramma vero in molti centri, soprattutto della Marsica (L’Aquila), dell’Alto Sangro e dell’Alto Vastese (Chieti). Nelle scorse ore, dopo quattro giorni di nulla, la Giunta regionale si è accorta che il maltempo imperversava e ha deliberato – come recita un comunicato – «l’insediamentio immediato del Comitato operativo regionale per l’emergenza che… riassume ed esplica con determinazione definitiva tutte le competenze in ordine all’azione da svolgere ai fini di Protezione civile…». E la Protezione civile, viene da chiedere, che ci sta a fare?
Mentre la Regione si organizza in più parti del territorio si consumano giornate di angoscia. Un camionista è stato trovato morto all’interno del suo mezzo, lungo la statale 690 Avezzano-Sora, nota come superstrada del Liri. Probabilmente è stato ucciso dal gelo. La vittima è Ettore Baraldi, 68 anni, di Bologna. L’uomo, assieme ad altri automobilisti, era rimasto bloccato sull’arteria. «A causa – spiega Gianluca Gioia, dell’Ufficio stampa Anas – di alberi caduti sulla via e sui tralicci della luce. Evidentemente non ha voluto abbandonare l’autotreno carico, come lo aveva invitato a fare la polizia». Al mattino, riattivato il traffico, i soccorritori hanno aperto la portiera del tir e si sono trovati dinanzi alla tragedia: il conducente era esanime. Sembra che il malcapitato dovesse raggiungere un grossista di Avezzano per consegnare carne. Ed è proprio questa una delle zone più colpite dal freddo e dalla disorganizzazione: l’area tra la Marsica e il Frusinate. Diversi paesi della Valle Roveto (L’Aquila) sono piombati in un incubo, d’improvviso tagliati fuori dalla realtà . 
«Una follia – urla Franco Recchia, farmacista di Balsorano, uno dei centri isolati -. La nostra attività  è uno dei pochi punti di riferimento. Qui non c’è più niente, i negozi sono vuoti. Il cibo scarseggia. Diverse le frazioni senza luce e al freddo. Le tubature sono ghiacciate. Carabinieri e vigili del fuoco si muovono, all’occorrenza, per portare medicine e latte ai bambini. Adesso è arrivato un mezzo cingolato dell’Esercito. Situazioni simili a Capistrello, a Civita D’Antino, a Rendinara, a Castronovo, a Villalago…». «Sono incazzatissimo – spiega il sindaco di Tagliacozzo, Maurizio Di Marco Testa -. Una catastrofe, che non avremmo mai potuto immaginare. Una calamità . Da queste parti c’è bisogno di tutto. Stiamo cercando di fornire aiuti nel miglior modo possibile, e da soli. Difficile soprattutto l’assistenza sanitaria: abbiamo dovuto superare un muro di neve per aiutare persone che stavano male. E ai guai nostri si sono aggiunti quelli legati alla chiusura, per giorni, delle autostrade A24 Roma-L’Aquila-Teramo e A25 Pescara-Roma con gente finita nel panico. Poi ci sono stati automobilisti e pullman pieni fermati dalle slavine. E che dire dei disagi provocati dal treno rimasto bloccato a Carsoli con centinaia di passeggeri disperati e dimenticati lì sopra. Alcuni di essi si sotto fatti 25 chilometri a piedi, sotto la tormenta, a caccia di un rifugio e di viveri… So che stanno raccogliendo le firme per chiedere i danni. E siamo dovuti andarci a riprendere, con le jeep, i ragazzi di Tagliacozzo che venerdì scorso erano partiti da Roma alle 16.30 col treno rimasto poi bloccato a Tivoli. Sono arrivati alle 21 di sabato: le Ferrovie sono state scorrettissime. Anche loro si stanno muovendo per essere risarciti». 
La A24 e la A25, la cosiddetta autostrada dei Parchi, sotto il fuoco delle polemiche è stata riaperta. Va in tilt spesso, nonostante sia tra le più costose d’Italia. «Siamo stati obbligati a stoppare il traffico – dichiarano dall’Ufficio stampa – per motivi di sicurezza. E non l’abbiamo deciso da soli, ma insieme alla Stradale e alla Protezione civile». Sotto processo anche l’Anas, perché molte vie sono impraticabili a scapito di città  e minuscole realtà  abbarbicate ai monti: è il caso della superstrada del Liri. Quanto ci vuole a riattivarla? Dice Gioia, dell’Anas: «Ci stiamo lavorando da tre giorni ma non siamo ancora riusciti a creare un varco. In Abruzzo – evidenzia – siamo in azione con 94 operatori e 22 mezzi propri e con 59 spargisale e spartineve di ditte esterne. In provincia dell’Aquila non saprei…». 
E non è tutto. Sono 1.200 in Abruzzo le famiglie al buio: la maggior parte, in questo momento, nella Marsica, nella zona a confine con il Lazio, con il Frusinate dove, tra l’altro, è black out per 18 mila utenti e dove l’emergenza imperversa. È tornata la luce, dopo 60 ore, a San Valentino in Abruzzo Citeriore. Ma il sindaco, Angelo D’Ottavio, è inferocito. «Centoventinove famiglie… – attacca -. Siamo dovuti andare a distribuire le candele in ogni casa. Abbiamo dovuto raccogliere i telefonini di tutti, altrimenti comunicare sarebbe stato impossibile, e portarli in municipio a ricaricare. Abbiamo dovuto trasferire gli anziani al caldo. E l’Enel continuava a mentire dicendo: “Stiamo inviando i gruppi elettrogeni”, “Stiamo intervenendo”, “Stiamo valutando l’entità  del guasto con i nostri esperti”… Solo bugie. Ho denunciato l’Enel per interruzione di pubblico servizio e stiamo avviando una class action insieme ai residenti. È pazzesco. A proposito… nonostante tutto qui la Protezione civile non s’è mai vista».


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