Pasdaran e scienziato l’uomo misterioso che prepara la bomba

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All’arrivo a Teheran della delegazione dell’Aiea per quello che secondo i media americani potrebbe essere l’ultimo tentativo di risolvere pacificamente il contenzioso nucleare tra Iran e Occidente, il regime iraniano ha mostrato disponibilità . Ali Akbar Velayati, consigliere della Guida Suprema Khamenei, ha detto che l’Iran avrebbe permesso agli ispettori dell’Onu «tutte le ispezioni necessarie» e non ha escluso che l’arricchimento dell’uranio possa venire temporaneamente sospeso «durante il chiarimento delle questioni aperte». Su una richiesta della delegazione, tuttavia, Velayati non si è sbilanciato: quella che gli ispettori possano parlare con l’uomo che i servizi segreti occidentali considerano il capo invisibile del comparto militare del programma nucleare.

Nessun membro dell’Aiea l’ha mai visto, nonostante le ripetute richieste, di lui non sono circolate nemmeno fotografie. Il finlandese Olli Heinonen aveva chiesto spesso di incontrarlo quando era stato a capo degli ispettori internazionali in Iran dal 2003 al 2010. Inutilmente.

Un colloquio con Mohsen Fakrizadeh (questo il nome dello scienziato misterioso) sarebbe «indispensabile», dice Heinonen, per far luce sulla natura del programma nucleare. Dubita tuttavia che gli ispettori riusciranno a vederlo: «Soprattutto ora che il regime iraniano accusa l’Aiea di aver passato al Mossad israeliano informazioni sugli scienziati nucleari iraniani, esponendoli ai recenti attentati».(Cinque scienziati nucleari sono stati uccisi in attentati negli ultimi tre anni) Mohsen Fakrizadeh è un fisico nucleare di 50 anni e generale di brigata dei pasdaran. Insegna all’Università  Imam Hossein di Teherane secondo l’intelligence occidentale sarebbe il capo di una struttura segreta che risponde al ministero della Difesae sviluppa testate nucleari che dovrebbero poter essere usate sui missili Shahab. Il suo nome compare nell’elenco degli ufficiali dei pasdaran contro cui sono state applicate le restrizioni di viaggio in Occidentee altre sanzioni ad personam. Dai pochi iraniani che l’hanno conosciuto viene descritto come una persona isolata dal mondo esternoe tenuta sotto altissima sorveglianza- l’eroe segreto del progresso nucleare oppure un prigioniero del potere.

Da nessun rapporto dell’Aiea risulta finora che l’Iran abbia deviato l’uso del suo uranio verso scopi militari; ma i sospetti sono rafforzati dalla mancanza di risposte chiare su chi siano esattamentei responsabili del programma nucleare. Il nome di Mohsen Fakrizadeh come capo di una struttura clandestina che sarebbe il cuore segreto del programma nucleare iraniano compare nel 2010 in un dossier arrivato nelle mani dell’Aiea e in cui veniva rivelata l’esistenza di una struttura parallela a quella ufficiale, che è il Consiglio nazionale per l’energia, le cui attività  sono rivolte unicamente all’uso civile dell’uranio arricchito.

L’Iran ha sempre negato l’esistenza di questa struttura parallela, che secondo il dossier è denominata Fedat (un acronimo per Field for extended high technology applications). Secondo l’intelligence occidentale fu all’interno di questa struttura segreta che furono eseguiti alcuni anni fa i test relativi ai meccanismi di accensione di una bomba.

Oggi i compiti di Mohsen Fakrizadeh, che da dieci anni avrebbe mantenuto un ruolo di guida nell’organizzazione, si incentrerebbero sulla fabbricazione di una testata nucleare. Progetto 111 è il nome del programma al quale Fakrizadeh si dedica nel suo ufficio sulla via Salab di Teheran – anche il nome dell’ufficio è “orchidea” come quello della strada. Le rivelazioni sono pervenute all’Aiea prima da un laptop arrivato agli americani attraverso il Bundesnachrichtendienst tedesco, poi dalle informazioni fornite da Ali Reza Asgari, un ex sottosegretario alla Difesa scomparso a Istanbul nel 2007 e che oggi vivrebbe sotto una nuova identità  negli Stati Uniti; e dalle rivelazioni di un altro scienziato, Shahram Amiri, scomparso anche lui durante un pellegrinaggio alla Mecca (le autorità  iraniane accusarono l’Arabia Saudita di averlo rapito). Secondo Mark Fitzpatrick, un funzionario dell’amministrazione Clinton oggi a Londra all’IISS (International Institute for strategic studies) Fakrizadeh avrebbe avuto un ruolo cruciale sia nello sviluppo delle tecnologie relative alla bomba sia negli sforzi per procurarsi all’estero le componenti necessarie al programma nucleare.


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