QUANDO YOUTUBE FA IL BESTSELLER

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 Chi è Willwoosh? Un perfetto sconosciuto per chi ha più di quarant’anni, un idolo per tutti gli altri. E quando dico tutti, intendo migliaia e migliaia di ragazzi e ragazze che guardano e riguardano i cortometraggi di Guglielmo Scilla, in arte Willwoosh, postati su YouTube. Una gigantesca comunità  che si diverte a vederlo prendere in giro se stesso e i suoi coetanei: la ragazza stronza, l’emo, il fighetto, il coatto, lo spocchioso. E intanto discetta con grazia di sciagure quotidiane, sport, amore e ubriacature, fa parodie di Twilight e Harry Potter. Un successo di queste dimensioni, verrebbe naturale associarlo all’eclatante. Sbagliato. I video di Willwoosh sono degli adagi, buffi ma mai convulsi. Il montaggio è da cinema francese, non da commedia americana. La prima volta che li vedi, fai addirittura fatica a non annoiarti, ma creano dipendenza. Ne ha girati una cinquantina in due anni e mezzo. «Ma solo quando mi va», racconta. «Scendo per strada, guardo la gente e invento qualcosa».
Willwoosh è carino, ha una faccia simpatica e lo sguardo intelligente. E’ l’esatto contrario del tenebroso maledetto. E’ questa la sua dote: è gentile. Mi sono sempre fidata della gentilezza degli sconosciuti, dice Blanche in Un tram che si chiama desiderio. E di lui devono essersi fidati, genialmente, anche gli editori (Kowalski) che gli hanno chiesto di scrivere un libro: Dieci regole per fare innamorare. Manualetto fatto a 4 mani con Alessia Pelonzi in perfetto stile Willwoosh: scanzonato, leggerissimo, per tutti. Un vademecum di quello che sappiamo già , ma raccontato in maniera seducente, semplice, divertente. E i post-quarantenni hanno scoperto di colpo la «next big thing», rimanendone sgomenti. In pochi giorni Dieci regole per fare innamorare si piazza quinto in classifica tra i libri più venduti nelle Feltrinelli e tocca le 15mila copie. A breve uscirà  anche il film, regia di Cristiano Bortone, di cui Willwoosh è interprete. Nel frattempo c’era stata la radio, con una trasmissione intitolata «a tu per vu» su Radio dj. Willwoosh, come se non bastasse, è anche uno dei protagonisti, e autore, della fiction Freaks, anche questa postata su YouTube. Storia di 5 ragazzi romani che si ritrovano con superpoteri bizzari che non sanno bene come usare. La prima serie, 7 puntate da circa 20 minuti l’una, è costata 2000 euro in tutto. «Stiamo per girare la seconda serie, che rimarrà  sul web, gratuita e sempre a disposizione in qualsiasi momento». Mica male per uno che è stato bocciato tre volte all’esame di ammissione al Centro Sperimentale di Cinematografia.«Ci tenevo un sacco. Ma va bene così. A forza di fallire ho iniziato a fare i miei video. Mi sono dato questa regola: falli come se fossero destinati a non avere pubblico. Con tutta la libertà  di un gesto fatto per sé, senza pensare al risultato. Ma sempre dentro un range preciso: quello della stupidità ». Deliziosamente understatement… Il segreto di Willwoosh, e della rete, è aver intercettato (o forse creato) una specie di permeabilità  dell’arte. Entrato in crisi il concetto di autorevolezza, l’opera viene sempre più spesso percepita come presuntuosa, vanesia e quindi inutile. Meglio poco, ma allegro e umile.


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