Quanto Pesa quel Sangue sulla Corsa per l’Eliseo

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Nessuno, d’altra parte, è così ipocrita da negare che la tragedia e le reazioni a essa non pesino sui sentimenti degli elettori, come succede in qualsiasi Paese quando il sangue bagna una contesa politica. Così la corsa all’Eliseo, a esequie non ancora avvenute, è ripresa senza esclusione di colpi. La stessa sospensione, sollecitata da Sarkozy, si è rivelata indirettamente una continuazione, poiché il cordoglio nazionale vede il presidente più esposto di altri candidati. Il centrista Franà§ois Bayrou, campione dei moderati, non ha nemmeno rinunciato a un comizio, denunciando «il livello di violenza della società  francese» e la responsabilità  di molti politici per atteggiamenti «incendiari». E che dire della sfilata di candidati su tutte le reti?
Era inevitabile se si ricorda quanto lo scontro politico sia stato scandito nelle ultime settimane da questioni sensibili e polemiche velenose: immigrazione clandestina, numero di stranieri, fino alla grottesca discussione sul controllo della macellazione halal. Per non parlare di una laicità  talvolta esasperata che finisce per complicare i rapporti con e fra le religioni. O delle fantasie di complotto a proposito della vicenda di Dominique Strauss-Kahn. O dei conti con la storia, che si tratti dell’indipendenza algerina o della Repubblica di Vichy.
Argomenti da trattare con le molle e che invece percorrono sottopelle la società  francese. L’esaltazione di principi condivisi (diritti dell’uomo, lotta contro ogni forma di razzismo e antisemitismo) non impedisce la circolazione di virus che talvolta producono tragedie di orrore assoluto e (sia pure in diminuzione) uno stillicidio di violenze fisiche e verbali. La candidata del Fronte Nazionale, Marine Le Pen, ha ripulito in gran parte il partito dall’immagine e dalle odiose considerazioni di suo padre a proposito di stranieri ed ebrei, ma non altrettanto si può dire di tutto il suo elettorato, stimato attorno al 15 per cento, sulla cui consistenza e tendenze vengono fatti calcoli di recupero e seduzione e calibrati discorsi da parte dei candidati concorrenti. 
Lo stato maggiore di Marine Le Pen tradisce in queste ore il timore di strumentalizzazioni, se nelle indagini prendesse corpo la pista neonazista. Ma proprio gli eccidi e l’enorme emozione nel Paese rilanciano la questione della sicurezza, cavallo di battaglia del Fronte.
Sarkozy ha preso in mano la situazione in tutti i sensi, dal cordoglio nazionale alle disposizioni per indagini. È innegabile che un rapido successo della capillare operazione di polizia da lui lanciata potrebbe pesare sull’opinione pubblica, così come non sarà  indifferente la delucidazione del contesto sociale e ideologico, dall’estremismo di destra all’islamismo radicale alla semplice follia omicida. 
Sono considerazioni che valgono per il suo più forte avversario Franà§ois Hollande, dato in lieve regresso in un sondaggio condotto prima delle stragi. Il candidato socialista ha spesso criticato Sarkozy per il tentativo di blandire l’elettorato del Fronte, ma è stato attaccato per le aperture a proposito del voto agli immigrati, in maggioranza di religione musulmana. Hollande si gioca la vittoria anche sul voto delle banlieues, quei territori un po’ sfuggiti alle leggi della Repubblica che Sarkozy ha spesso promesso di «ripulire» con ogni mezzo. In conclusione, il silenzio sarebbe stato nobile, ma a conti fatti, logicamente impossibile.


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