Torna lo spettro greco, Milano giù del 3,4%

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ROMA – Torna lo spettro di un default della Grecia. Scende dello 0,3% il Pil di Eurolandia nel quarto trimestre, quello dell’Italia dello 0,7%. Bastano questi elementi per far scivolare le tutte le Borse europee: in un solo giorno vengono bruciati ben 188 miliardi. Milano chiude con un ribasso del 3,39%. Si indebolisce anche l’euro: 1,3118 sul dollaro mentre lo spread oscilla intorno ai 330 punti.
I mercati sono nervosissimi. C’è massima tensione in vista della scadenza di domani, giovedì 8 marzo, quando i creditori privati dovranno pronunciarsi sul piano di ristrutturazione del debito greco. Si diffondono voci su una soglia di adesione a rischio. Eppure da Atene giungono notizie tranquillizzanti: pare che già  adesso il 50% dei creditori abbia aderito all’operazione. C’è la convinzione che, alla fine, s’arriverà  almeno all’80%, superando quindi il tetto minimo del 75%. Analoghe le simulazioni delle principali banche centrali, mentre l’Iif (Institute of international finance) annuncia che 12 grandi banche internazionali intendono aderire allo swap. Tra queste c’è Intesa San Paolo e – è notizia di ieri – anche Unicredit. Lo stesso Iif calcola in oltre 1000 miliardi di euro il costo per l’economia globale di un eventuale default incontrollato di Atene. 
I mercati tuttavia reagiscono male, timorosi anche per le sorti dell’economia di Eurolandia, dopo le ultime stime Eurostat. «Una recessione moderata», come la definisce il commissario Ue, Olli Rehn. Viene di conseguenza rivista al ribasso la crescita 2011 dell’Eurozona: più 1,4%, un decimo di punto in meno rispetto alla prima stima. Come se già  non bastasse, agitano gli animi pure le sorti del deficit spagnolo e le crescenti tensioni sul controverso programma nucleare dell’Iran. 
Così, un’ondata di vendite s’abbatte sulle Borse di tutta Europa, con strascichi a Wall Street (Dow -1,57%, Nasdaq -1,36%). Dopo i ribassi sui mercati asiatici, i mercati del vecchio Continente non riescono ad arginare questo senso di incertezza: è l’ennesimo martedì nero, inevitabile. A Milano ne fanno le spese soprattutto i titoli bancari, con flessioni tra i 4 e i 6 punti percentuali. Ma il segno meno compare ovunque, coinvolgendo oltre alle banche anche il settore auto, le costruzioni, le assicurazioni. Francoforte è a meno 3,4%, Parigi a meno 3,58%. 
Secondo gli analisti, questa situazione di confusione potrebbe continuare anche oltre l’8 marzo, almeno fino a venerdì, quando i ministri delle Finanze Ue discuteranno del piano di aiuti ad Atene. Non sono attese sorprese, invece, dal direttivo della Bce, pure in programma giovedì: il mercato si aspetta che i tassi restino invariati all’1%, il minimo storico in vigore da dicembre e che non vi siano annunci di nuove misure “non convenzionali” a sostegno al sistema bancario. Prevista anche una pausa nello shopping diretto di titoli di Stato. Sembra che il presidente Mario Draghi, prima di fare qualunque mossa, voglia aspettare lo sblocco effettivo dei 130 miliardi di prestito alla Grecia, capire come va l’intesa anti-default con i creditori privati e, non ultimo, verificare se e quando prende il via l’atteso aumento del firewall anti-crisi da parte dei partner europei.


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