Venizelos eletto presidente del Pasok, lascia le Finanze

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Si accelerano dunque i tempi per le elezioni anticipate in Grecia, che probabilmente saranno convocate entro la prima settimana di maggio. I socialisti del Pasok, che insieme con la Nuova Democrazia di Samaras alimentano un clima di anticomunismo, si preparano a dare battaglia per guadagnare una percentuale a due cifre e fermare l’ormai certa avanzata delle sinistre. 
Candidato unico alle primarie del partito socialista, Venizelos ha ottenuto il 97% dei voti con 230.105 preferenze, 236.151 in tutto le persone che sono andate domenica nei quasi 800 seggi per eleggere il nuovo presidente del Pasok, meno di un quarto del milione che avevano votato la prima volta per Papandreou, ma più del doppio dell’affluenza che si aspettavano i dirigenti del partito. Una dimostrazione che lo stato clientelare del Pasok sta ancora in piedi. L’ex premier Giorgos Papandreou gli passa le consegne e ora sarà  più libero di dedicarsi alla Internazionale Socialista, di cui è presidente.
La campagna elettorale si annuncia piena di incognite, Venizelos e Samaras devono fare i conti anche con i due partiti formati dai deputati espulsi per non aver firmato il secondo Memorandum della troika: «Contratto Sociale» di centrosinistra e «Greci indipendenti» del conservatore Kamenos (estromesso da Nea Dimocratia) che tenta di guadagnare terreno sull’estremista di destra Karatzaferis. Quest’ultimo perde ulteriori pezzi dai neofascisti di Xrisi Avghi, che hanno scelto come roccaforte il quartiere disagiato di Atene Agios Panteleimonas dando la caccia agli immigrati. 
In questo clima di lotte intestine, la situazione economica si aggrava dopo i trionfalismi di Papadimos e Venizelos per il supposto taglio del debito greco. Il governatore della Banca Centrale di Grecia, Probopoulos, nel suo rapporto sulla politica monetaria per il 2012, ha messo in guardia sull’urgenza di nuovi tagli e sull’aumento della disoccupazione al 3% per il 2012 con la recessione che arriverà  al 4,5%. Da parte sua il Fmi chiede dalla Grecia di tagliare altri 14 miliardi dalle già  sue magre finanze, mentre la Commissione europea insiste per una nuova decurtazione degli stipendi del 22%, tanto quando prevede il secondo Memorandum. Dando però luce verde ai 25 miliardi da offrire alle banche greche. 
Papadimos, i due partiti che lo sostengono (Pasok e Nuova Democrazia) e la troika puntano sulle elezioni per evitare il meno peggio da una esplosione sociale senza precedenti, e hanno già  avviato una campagna diffamatoria contro la sinistra rea di voler distruggere il paese portandolo fuori da euro e Ue. 
Secondo i sondaggi i tre partiti di sinistra (Kke, Sinistra democratica, Syriza) insieme ai verdi superano il 40%, ma perderanno il premio di maggioranza di 50 seggi sui 300 del parlamento, a causa della loro divisione. Un altro 2-3% sarà  disperso con i partiti minori della sinistra extraparlamentari, dopo la mancata collaborazione di Syriza con la piccola Antarsya. Il presidente di Syriza, Tsipras, invoca invano l’unità  della sinistra, mentre la Sinistra Democratica di Kouvelis ha aperto le porte alla massa di ex militanti ed ex dirigenti di Pasok che scappano dal partito di Venizelos. Infine Kke segue la sua politica isolazionista, organizzando le proprie manifestazioni con servizi d’ordine che evitano la contaminazione dal resto delle forza di sinistra.


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