Articolo 18, si cambia di nuovo

Loading

ROMA – L’articolo 18 cambia ancora. Due modifiche ai licenziamenti disciplinari ed economici potrebbero arrivare nei prossimi giorni dallo stesso governo, in risposta alle richieste esplicite di Confindustria. Ieri, intanto, il disegno di legge che riforma il mercato del lavoro è stato sommerso da oltre 800 emendamenti (300 Pdl, 150 Pd, 125 Lega, 145 Idv). «Ma il Pd e il Pdl non hanno presentato modifiche all’articolo 18, a conferma del fatto che il lodo Alfano-Bersani-Casini tiene», ha precisato il senatore pdl Maurizio Castro, relatore con Tiziano Treu (Pd) del provvedimento. Castro ha poi auspicato che gli «aggiustamenti» in materia di licenziamento – «piccolissimi» – giungano da Palazzo Chigi: «Mi aspetterei che li presentasse il governo, come concordato con i partiti. Altrimenti saranno a firma dei relatori».
Ma di cosa si tratta? Il primo “ritocco” riguarda i licenziamenti disciplinari. Il testo della riforma giunto in Senato prevede la possibilità  per il giudice di annullare il licenziamento illegittimo, e disporre reintegro più risarcimento, per due motivi: l’insussistenza dei fatti contestati o la condotta punibile con una sanzione «sulla base delle previsioni della legge, dei contratti collettivi ovvero dei codici disciplinari» (articolo 14). Secondo Confindustria estendere la “tipizzazione” anche alla legge (possibilità  esclusa dalla prima formulazione della riforma, quella “verbalizzata” il 23 marzo) significherebbe reintegrare quasi in ogni caso, perché troppo ampia la casistica. «La tipizzazione legale è un residuo dell’idea che la riforma fosse estesa anche al lavoro pubblico, ma ora la norma può essere tolta», dice Castro, visto che il pubblico impiego sarà  materia di delega.
Il secondo “ritocco” investe i licenziamenti economici e nelle intenzioni del governo è una norma anti-elusione. In sostanza, serve a impedire che il lavoratore possa fingersi malato, nei giorni successivi all’annuncio dell’intenzione di licenziare da parte del datore, allorquando scatta la procedura obbligatoria di conciliazione. Inviando certificati medici a ripetizione, il lavoratore blocca l’effettività  del licenziamento. L’emendamento in arrivo dovrebbe correggere il meccanismo, rendendo il licenziamento effettivo sin dal suo annuncio, senza dover aspettare le conclusioni dell’iter conciliativo.
Su queste due modifiche vi sarebbe un accordo di Pdl-Pd-Terzo Polo e dunque un sostanziale via libera al governo. Non così sulla terza proposta di modifica dell’articolo 18, uscita sotto forma di raccomandazione al governo dalla Commissione Giustizia del Senato, molto caldeggiata dal Pd. Ovvero togliere la possibilità  (oggi non esiste) che il giudice in appello possa sospendere – per gravi motivi – l’esecutività  del reintegro o dell’indennizzo stabiliti in primo grado, con meno garanzie per il lavoratore. Qualsiasi intervento sull’articolo 18 è «una scelta delicata», avverte Cesare Damiano (Pd), perché «l’equilibrio raggiunto non può essere messo in discussione. I lavoratori debbono rimanere certi di avere sempre a disposizione una protezione dai licenziamenti facili».
La riforma del lavoro è attesa dal 3 maggio in aula al Senato per il voto finale. Non si esclude che il governo possa porre la fiducia su un testo “spacchettato” in 4 o 5 maxi-articoli.


Related Articles

Decreto missioni, il coordinamento Link 2007: “Fatto il gioco delle tre carte!”

Loading

 

Appello ai deputati per una ulteriore passaggio che modifichi quanto già  approvato. Contestato in particolare il passaggio dei Fondi tra il Ministero Economia e finanze e il Ministero degli affari esteri, con seri dubbi sull’erogazione effettiva

Giovani, il popolo delle partite Iva tradito da Matteo Renzi

Loading

Dimenticate dal Jobs Act, munte da Fisco e Inps. Strette tra governo e sindacati, le partite Iva sono le grandi sconfitte della Renzinomics. Nonostante abbiano spesso la stessa età e parlino con lo stesso linguaggio del premier. Anche su Twitter

Ricerca Cgil sulla qualità dello sviluppo: la ripresa produce diseguaglianze

Loading

Rapporto 2017 sulla qualità dello sviluppo in Italia’ elaborato dalla Fondazione Di Vittorio della Cgil e dall’Istituto Tecnè

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment