Il prezzo della Caimana

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«Mi dà  47mila euro la settimana, è pazzo, ma proprio pazzo di me». La piccola Ruby è la gloria dello scandalo mentre Berlusconi è il potente che è inciampato nel suo letto, il bavoso che ora la implora: «salvami», «fai la pazza», «di’ tutte le cazzate che vuoi, ma non la verità », «ti coprirò d’oro». E Ruby alterna cinismo e leggerezza quando sul piatto butta il peso della minore età  che maggiora la sua forza: «Da un anno sono sua amica, ma propria amica» racconta, e non ha ancora diciotto anni. E perciò ora pronunzia la parola “minorenne” come un mantra, come la password di una carta di credito: a tutti ripete «sono come Noemi, come la D’Addario», ma subito aggiunge «solo che io sono minorenne» e la voce diventa tonica e piccante.
E sono straordinarie le ultime battute che scambia con lo svogliato Sergio, un amico siciliano che lei cerca e stuzzica, con il quale inutilmente civetta, al quale racconta tutti i dettagli, e forse vorrebbe sedurlo con i soldi che Berlusconi le ha promesso. Ma Sergio le dice che alla seduzione e ai soldi antepone il lavoro e soprattutto la salute: «La salute prima di ogni cosa». Ruby non è d’accordo e sembra uscita da un film del Woody Allen pessimista e cinico, sembra una delle maschere tipizzate in “To Rome with love” quando replica a Sergio: «No, i soldi sono più importanti perché con i soldi ti puoi comprare anche la salute». Berlusconi può essere fiero di questa giovanissima professionista che è più caimana di lui.
Ma Ruby sembra persino più consapevole quando dice: «Dobbiamo trovare una soluzione», «bisogna cercare una soluzione». E non pensa certo ai trucchi dell’avvocato Ghedini ma al successo e ai soldi, alla gara nazionale delle top model, racconta con fastidio di non essere andata alla trasmissione Matrix e fa l’elenco delle testate più importanti che si occupano di lei: «I giornalisti stanno scrivendo, ma le notizie vere non ce l’hanno». Ruby è perfettamente dentro una professione dove il rumore potenzia il valore di mercato. Al contrario, Berlusconi ha il problema di tenere tutto nascosto e dunque compra il silenzio, il suo mondo è quello delle gozzoviglie sordide con Putin e Gheddafi, il suo modello è la banalità  delle case chiuse, il suo bunga bunga odora di brillantina, alla Polanco promette di chiamare Pingitore, offre un lavoro nel balletto del Bagaglino, poi chiede: «Stasera farete un balletto per me?». Ed è ansioso: «In quante siete stasera?». Alla risposta «cinque» reagisce celiando la meraviglia e leccandosi i baffi: «La Madonna!».
E invece Ruby dice «è tutto un casino, sono uscita su tutti i giornali, anche sul Times» e il tono soddisfatto rivela che in quel casino si sente finalmente realizzata. Ed è persino gioiosa quando riferisce che anche la Yespica l’ha chiamata e le ha fatto i complimenti per essere finita sui giornali «che manco Belen». Bisogna davvero ascoltare la sua voce eccitata per capire che più si mette nei pasticci e più se ne compiace: «Non ho paura di niente, avrò tanti soldi, avrò la fama, di che cazzo devo avere paura?». I pasticci sono la sua vita e la sua patria, è la sola che ha capito che più viene fuori la verità  dello sconcio più aumenta il suo prezzo: «Mi ha chiamato lui, la sua segretaria due volte, mi ha chiamato Lele, il suo avvocato, e il mio avvocato è venuto apposta da Milano».
E la voce le si elettrizza perché Ruby, che era la lupetta meno pretenziosa, adesso sa che più ne hanno combinate e più la pagheranno: «Gli abbiamo chiesto cinque milioni e ha accettato» va ripetendo. La minorenne ha la coscienza di essere ormai una fuori quota in quell’elenco di lupe che Nicole Minetti recita a Lisa nel sapidissimo colloquio che Repubblica. it metterà  in rete oggi: «Troverai varie tipologie di … persone» spiega “Nic” «ti briffo» dice a “Lys” che chiama «amica chips» come nella famosa pubblicità  di Rocco Siffredi a «miss patata». In un frullato di turpiloquio e di inglese d’accatto tra «disperescion più totale», «a che ora sarai in stescion?», mentre Silvio diventa «the boss of the boss» e «love of my life», la maitresse di Berlusconi classifica le donne proprio come il capomafia di Sciascia classificava gli uomini: «Te lo dico fuori dai denti, ci sono cinque categorie antropologiche: la zoccola, la Sudamerica, quella un po’ più seria, la via di mezzo come Barbara Fagioli, e poi ci sono io che faccio quel che faccio. Capito?».
E invece Ruby è la più contenta perché dal gradino più basso di quella lista “ginelogica” è schizzata fuori nel cielo dell’indecenza, e dunque rassicura tutti: Lele Mora «che è preoccupatissimo», l’avvocato, il padre che pure in un’intervista l’aveva condannata con severità  musulmana e adesso si lascia rabbonire in arabo perché «papà , lo vuoi capire o no che verranno tanti soldi?». Tutti hanno paura, soprattutto le amiche. Ma Ruby ha le idee chiare: « A me non mi fanno niente». E racconta che persino i vecchi amori, quelli che l’hanno maltratta «ora sono tornati a cercarmi».
Completano il paesaggio i soliti caratteri parassiti ma le intercettazioni di Fede suonano remote. Fa malinconia sentire quella voce che oggi è diventata l’eco, «ora arrivo io», «ci penso io». Tra ragazze che svengono, lupe fameliche che si contendono le spoglie del caimano, Fede non merita più clamori perché è un arnese che è stato messo da parte e alla porta dal suo stesso padrone, e non c’è niente di comico, niente da ridere, i colori sono quelli del tramonto di un mascalzone. E ci sono le abituali raccomandazioni a Carlo Rossella per una parte in un film, per una posa, e tutte le lupe vogliono farsi regalare una casa, ognuna ha un suo sogno di cemento, sotto i cuscini spuntano i mattoni. La Minetti confessa di volere lasciare la politica, non crede che Berlusconi la metterà  in lista «chissà  che cosa succederà  in due anni e mezzo, Fede dice che vogliono sostituirlo con Tremonti». Barbara Faggioli racconta: «Lui mia ha detto: portami il progetto e io te lo faccio». Si scopre così che il burlesque era un ufficio tecnico. Tutti esaminano e bocciano progetti edilizi mentre la Minetti prepara e propone «occhiali da vista, reggicalze e vestaglia da maestra» e annunzia a Berlusconi: «Ha una “seconda laurea” che ti darà  filo da torcere». Ed è un frullare di gambe e un frusciare di gonne, “rumori di donne / discorsi da bar” canta Paolo Conte. Nulla di più lontano dalla raffinatezza del burlesque, nè Sade né Masoch ma solo ricotta in un deserto di sentimenti, un’umanità  da bava, una macelleria di carne toccaticcia. Consapevole e felice, la minorenne Ruby è la Messalina di questo porcile.


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