Uova politiche sui tecnici

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TORINO – Il ministro Fornero invita a protestare di meno, ma la piazza disubbidisce. E, a Torino, la partecipazione alla prima conferenza regionale sulla scuola promossa dalla Cei del Piemonte dei due professori locali, oggi ministri del governo Monti (presente insieme al titolare del Welfare anche quello dell’Istruzione, Francesco Profumo), termina con un lancio di uova e la carica delle forze dell’ordine. È successo davanti al blindatissimo Teatro Nuovo, quartiere San Salvario.
I manifestanti – Cub e sindacati di base, studenti e borsisti della palazzina Verdi occupata, precari della scuola e degli asili, lavoratori delle cooperative sociali in mezzo a bandiere di Prc e Sinistra critica – hanno accolto i ministri, all’uscita della conferenza, al grido di «Vergogna, vergogna», rivendicando la difesa di una scuola pubblica a pezzi. Un gruppetto si è poi avvicinato alla seconda uscita del Teatro e ha lanciato uova verso l’auto blu del ministro. Attimi di tensione. La polizia ha caricato, inseguendo i manifestanti nelle vie laterali.
Tutto capita alla vigilia dell’attesa assemblea promossa dalle rsu (maggioranza Fiom) all’Alenia di Caselle, dove domani Elsa Fornero presenterà  e discuterà  la riforma con i lavoratori dell’azienda aeronautica, che in 1.300 – attraverso una petizione – l’avevano invitata a confrontarsi in fabbrica. «In questo paese c’è troppo poco spirito costruttivo – ha affermato Fornero nel suo intervento al Teatro Nuovo – ci sono molti motivi li comprendiamo bene. Ma anziché lamentarsi e protestare bisogna lavorare insieme. Forse ne avremmo tutti qualche beneficio». Il riferimento non troppo implicito è anche alla polemica seguita alla sua scelta di recarsi nello stabilimento Alenia; iniziativa criticata dal segretario generale della Cgil, Susanna Camusso: «Vedo della supponenza e una logica di sfida». Si tratta di «cortesia», ha risposto Fornero. 
Al convegno sulla scuola della Cei (riconfermati da Profumo gli stessi contributi alle private), il ministro del Welfare ha bacchettato anche le famiglie: «Nelle famiglie italiane il desiderio di farsi la casa è prioritario rispetto a quello di dare un capitale umano adeguato ai figli. Il desiderio della famiglia e del mutuo spesso le spinge a dire ai figli “vai a lavorare, così ci aiuti a fare la casa”. Dobbiamo invertire le priorità , che sono la conoscenza, la flessibilità  mentale e l’adattabilità  al cambiamento che solo la formazione può dare. La casa è un valore importante, ma non si deve sacrificare l’educazione dei figli».
Ma a proposito di educazione la formazione pubblica – ignorata negli interventi ufficiali – non se la passa così bene. «Insegnanti precari e non della scuola pubblica, insegnanti di nidi e materne, studenti, genitori, lavoratori del sociale e delle cooperative si sono uniti in un unico urlo per dire no allo smantellamento dei servizi pubblici in direzione dei privati e della dismissione dei servizi al cittadino» ha sottolineato la Cub annunciando per domani «una grande manifestazione dei cooperatori e degli insegnanti statali e comunali uniti in piazza Palazzo di Città ». In mattinata, ci sarà  anche un corteo di universitari (Studenti indipendenti) e medi contro la distruzione della scuola pubblica.
Ieri, gli studenti e i borsisti della «Verdi occupata» hanno ribadito al ministro Profumo «la contrarietà  alla riforma dell’università  e ai tagli all’istruzione, specificando: “Questo è solo l’inizio! Ovunque vi presenterete (ai ministri) saremo pronti a contestare la vostra presenza».
Domani, l’appuntamento clou è all’Alenia, ore 9, nello stabilimento di Caselle Sud. Ingresso off-limits per i giornalisti (se non in conferenza stampa) e cordone a difesa della visita del ministro. All’interno i lavoratori della Fiom proveranno a far sentire le loro ragioni. E si augurano di essere ascoltati. Un’accoglienza rispettosa, ma di lotta: «Fornero – ha detto Giorgio Airaudo Fiom – deve venire ad ascoltare perché gli emendamenti non li possono fare solo Alfano, Bersani e Casini ma anche i lavoratori che li vivono sulla loro pelle».


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