Fonsai, niente Opa e Ligresti all’angolo

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MILANO – Rispettando le attese, ieri la Consob ha emesso il suo “verdetto” sulla richiesta di esenzione Opa da parte dell’Unipol. Un verdetto articolato, in linea con la grande complessità  dell’operazione prospettata e che ha visto i vari punti approvati a maggioranza (non all’unaninimità ). Dunque: la Commissione ha fissato alcune certezze ed ha lasciato in sospeso un paio di questioni, peraltro non di poco conto. 
In sintesi, ha concesso l’esenzione dall’Opa su Premafin (in sede di aumento di capitale riservato ad Unipol) in quanto si tratta di piano di salvataggio, asseverato secondo l’articolo 67 della legge fallimentare; per ragioni altrettanto evidenti è stato concesso di non imporre l’Opa su Fonsai in sede di fusione. La Consob subordina esplicitamente l’ok al parere dell’Isvap se questa «in sede di autorizzazione della fusione, la ritenga parte integrante del soddisfacimento delle richieste da essa formulate»; nel caso in cui, insomma, la fusione – insieme all’aumento – faccia parte di una sola operazione, con l’unico obiettivo di portare in sicurezza la compagnia. A quanto si apprende, la Commissione ha chiesto chiarimenti a Fonsai sulla solidità  patrimoniale di Unipol così come risulta dalle relazioni degli advisor indipendenti. Esclusione di Opa anche per Premafin (che certo non aggiunge valore nella fusione) sempre che la holding non superi il 5%.
Ma non è tutto: la Commissione ha anche deciso di fissare dei vincoli, non di poco conto, e di prendere tempo sull’ultimo passaggio del quesito, quello sulla Milano: in mancanza di concambi definitivi e approvati, la Consob ha sospeso il giudizio, riservandosi di deliberare in un secondo tempo, per valutare il peso definitivo che la Milano assumerà  in paragone con Fonsai (sono due i parametri indicati dal Regolamento emittenti, per l’eventuale esenzione). Questione di non poco conto, perché in caso di Opa sulla Milano a suo tempo Carlo Cimbri – ad di Unipol – si era detto pronto a fare altro: «Andremo al mare» aveva chiosato con una battuta. Non solo, una fusione a tre (senza la Milano) farebbe salire il peso di Premafin, forse oltre la soglia dell’Opa incrementale. E ancora: nel dare l’esenzione dall’Opa, la Commissione ha precisato che non devono esserci sconti per chi ha portato al disastro le società . Dunque, per procedere Unipol deve eliminare la manleva concessa alla famiglia Ligresti, così come non deve esserci diritto di recesso. Insomma, sembra dire la Consob, se i Ligresti appoggiano e anzi caldeggiano l’operazione con Unipol non possono poi votare contro o astenersi al momento dell’assemblea decisiva. 
Oggi si ricomincia. Con il cda della Premafin, slittato di un giorno per la convocazione all’Isvap dei vertici della holding e di Fonsai medesima (l’ad Emanuele Erbetta ha escluso che l’Authority abbia paventato un commissariamento) e che forse approverà  i concambi con Unipol. La quale, dal canto suo, aspetta le motivazioni della Consob (forse già  oggi) per prendere posizione. Già  ieri invece i vertici di Fonsai hanno avuto un incontro con Sator-Palladio. Il verdetto della Borsa è stato un +30% per Premafin, contro il +8% di Fonsai e Milano e il +3,8% di Unipol.


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