Le Borse ci credono, spread giù a 421

Loading

MILANO – Borse in recupero, tassi sul debito in discesa e valute stabili. Questa la fotografia dei mercati, dopo la manovra che nella notte ha portato 26 nazioni dell’Europa a trovare un accordo per aumentare le disponibilità  finanziarie del Fondo salva Stati e per fissare regole di bilancio più rigide a cui i Paesi dell’euro dovranno attenersi. Dopo una partenza negativa, le Borse hanno imboccato la strada del rialzo, consolidando i guadagni mano a mano che gli investitori soppesavano i risultati raggiunti del vertice di Bruxelles. A metà  seduta, i buoni dati sulla fiducia del consumatori americani ai massimi e sul deficit commerciale Usa ai minimi, hanno fornito un ulteriore iniezione di ottimismo agli investitori, permettendo ai listini di chiudere in bellezza. E così grazie al recupero dei titoli finanziari le piazze europee hanno tutte recuperato terreno: la migliore è stata Milano (dove il Ftse Mib è salito del 3,37% a quota 15.483 punti), seguita a ruota da Parigi (+2,4%), Madrid (+2,2%) e Francoforte (+1,9%), mentre Londra (0,83%) – che ha sollevato una serie di dubbi al vertice Ue – è rimasta esclusa dalla festa. Sul fronte valutario invece, il dato sulla fiducia dei consumatori americani, ha neutralizzato il rialzo dell’euro della mattinata (era salito sopra quota 1,34 dollari), e così in chiusura la valuta unica era stabile a 1,33 dollari. A dicembre la fiducia negli Usa è salita a 67,7 punti (dai 64,1 a novembre), il livello più alto mai toccato negli ultimi sei mesi e al di sopra delle attese degli esperti (che si aspettavano una crescita a quota 66). Ma anche il deficit commerciale degli Stati Uniti è stato meglio del previsto: in ottobre il disavanzo è sceso a 43,47 miliardi di dollari, segnando la quarta riduzione mensile consecutiva, ai livelli più bassi di quest’anno. Questo cocktail di buone notizie – e in particolare quelle sul Fondo salva Stati – hanno avuto i suoi effetti postivi anche sui mercati obbligazionari. Il differenziale tra il Btp a dieci anni e il suo omologo tedesco è sceso nuovamente a quota 421 punti (23 in meno di giovedì) e pari a un rendimento del 6,36 per cento. In calo anche il rendimento del Btp quinquennale (6,87%) e di quello del biennale (6,16%). Tuttavia, la tensione che si è accumulata nei mesi scorsi sul debito dei Paesi dell’euro, continua a creare non poche difficoltà  alle assicurazioni, che sono piene di obbligazioni europee, e alle banche che ugualmente investono nel debito sovrano e hanno bisogno di rifinanziarsi costantemente. E così ieri da una parte Standard & Poor’s ha messo sotto osservazione per un possibile taglio del rating le maggiori assicurazioni del Vecchio Continente, tra cui anche Generali, Unipol e Cattolica, dall’altra Moody’s ha abbassato il giudizio sulle tre principali banche francesi. Il giudizio sulla qualità  del debito a lungo termine di Bnp Paribas (che tra le altre cose controlla la Bnl) e del Crédit Agricole (che invece ha rilevato Cariparma) è stato retrocesso di un livello, ed è quindi valutato da Moody’s Aa3, anche quello di Société Générale è sceso di un gradino ma è pari a A1.


Related Articles

Dal Pil cinese alle primarie Usa Finanza esposta alla crisi globale

Loading

Scommesse sempre più forti sulla fine della crescita e su un possibile boom di fallimenti e crediti in sofferenza

Impiegati, il crollo degli stipendi

Loading

Ricerca della OD&M: in sei anni è cresciuto il divario: ora guadagnano un quarto dei dirigenti (La Repubblica, MERCOLEDÌ, 25

Joseph E. Stiglitz. Quando ho scoperto le disuguaglianze

Loading

Il Premio Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz racconta come ha cominciato la sua ricerca. Mentre esce la raccolta dei suoi articoli “La grande frattura”

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment