“Mps parte lesa”, nuova pista nell’indagine

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SIENA – Il blitz è concluso. Nel corso di 38 perquisizioni, 147 finanzieri hanno raccolto faldoni di documenti e materiale informatico che è già  stato spedito al nucleo di polizia valutaria di Roma. L’ondata giudiziaria – nell’inchiesta per ostacolo alla vigilanza in relazione al titolo “fresh” del 2008 per l’acquisto di Antonveneta e per i sospetti di manipolazione del mercato all’inizio di quest’anno – lascia storditi il Monte dei Paschi e la città  di Siena. Che però reagiscono. «Siamo solidi, accelereremo il rilancio» ha detto ieri Alessandro Profumo nella sua prima uscita pubblica da presidente della Banca. E intanto si profila, secondo gli inquirenti, la possibilità  che Mps sia parte lesa. 
«Auspico che l’inchiesta sia rapida, sono preoccupato per i nostri 31.000 dipendenti e sorpreso dalla quantità  di soggetti visitati dalla guardia di finanza, ma l’indagine non rallenterà  il lavoro del cda, anzi» dice Profumo, mentre nel silenzio della sala San Donato di Rocca Salimbeni, sede del Monte a Siena, strappa sorrisi un telefonino che squilla col suono di una volante della polizia o, se si vuole, della finanza. «Ho in mente un Monte VentiVenti, da costruire per l’inizio del secondo decennio del secolo» aggiunge il neo presidente. «Siamo consapevoli che è importante cambiare alla svelta, rapidamente. Meglio veloci che grandi e grossi». 
Il neo presidente individua le potenzialità  della banca «nella forza del brand, nel senso di appartenenza dei dipendenti, nella fedeltà  dei clienti, e possiamo lavorare su spazi commerciali consistenti». A proposito dei rapporti stretti con il territorio di appartenenza, afferma: «Le radici sono una risorsa, possono diventare un problema se ti trascinano verso il basso, ma chiamando Profumo e Viola la città  ha espresso volontà  di cambiare». Dal canto suo l’ad Fabrizio Viola, che accompagna in conferenza stampa il presidente, spiega: «Entro metà  giugno contiamo di concludere cessioni di asset, convincere Eba che la ricapitalizzazione non serve e presentare il nuovo piano industriale». Profumo non nasconde la polvere sotto il tappeto. «L’attuale livello della redditività  – dice – non è sostenibile nel tempo ma sono certo che i ricavi potranno tornare sufficienti». Difende la qualità  dell’attività  svolta dalla Banca. «Nel bilancio 2011 abbiamo 1,250 miliardi di deficit sui crediti e le perdite questa banca le fa soprattutto con i prestiti alle imprese e alle famiglie, non con la speculazione finanziaria». 
Ieri, dunque, si è profilata la possibilità  che, nell’inchiesta giudiziaria che per ora ha quattro indagati tra i manager della Banca per il Fresh, Mps possa essere parte lesa. «L’indagine è a 360 gradi e si sta valutando anche l’ipotesi che la Banca Mps possa essere stata danneggiata» ha detto il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Siena, Gianpaolo Mazza. Per quanto riguarda l’altro filone dell’inchiesta, che è contro ignoti e punta il dito sulle anomale fluttuazioni di inizio anno del titolo in Borsa per possibili illecite manipolazioni, negli atti di perquisizione alla Fondazione Mps si fa riferimento ad un «plausibile collegamento tra la situazione debitoria di Mps e la discesa del titolo oltre un certo limite». Espressione che induce la Fondazione a chiamarsi fuori da responsabilità . «Siamo vittime se il sospetto è di manipolazioni al ribasso – fanno sapere informalmente dall’Ente – Il ribasso è stato infatti ai danni della Fondazione, in quanto ha aumentato il suo debito e l’ha esposta all’escussione delle azioni che erano state date in pegno a 11 banche per garantire i prestiti». Intanto, però, l’Idv chiede il commissariamento della Banca.


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