La Chiesa e il tempo della famiglia «Oggi il nemico è la precarietà »

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MILANO — Cinquemila volontari e affini per l’assistenza, diecimila uomini e cecchini per la sicurezza. In mezzo l’attesa per l’arrivo del Papa, oggi pomeriggio, nella città  che ormai da due giorni ospita un evento di scala planetaria quale il VII Incontro Mondiale delle Famiglie: destinato a culminare nella messa che il Pontefice celebrerà  domenica mattina e per la quale si aspetta la presenza — così almeno viene ripetuto da mesi — di un milione di fedeli.
Il programma del soggiorno milanese di Benedetto XVI — la trasferta più lunga mai compiuta in Italia da lui — sarà  intensissimo. Atterraggio a Linate alle 17 di oggi, da lì subito in Piazza Duomo con attraversamento del centro in papamobile, quindi concerto alla Scala. Domattina preghiera in Duomo col clero della Diocesi, poi ancora in papamobile fino a San Siro per incontrare 50mila cresimandi della Diocesi attualmente guidata dal cardinale Angelo Scola, poi faccia a faccia pomeridiano in Arcivescovado (dove alloggerà  per tutta la durata del suo soggiorno) con le «autorità » civili e militari del posto, fino alla festa serale delle «testimonianze» al parco-aeroporto di Bresso — immediatamente a nord del capoluogo — dove sullo stesso maxipalco da cento metri sormontato da una cupola alta venticinque verrà  celebrata la messa finale domenica mattina. Un totale di otto discorsi previsti. L’ultimo atto prima della partenza, alle 17 di domenica, sarà  il suo pranzo «privato» ma per l’occasione allargato a cinque famiglie scelte tra le migliaia presenti.
E rimettere la «famiglia», intrecciata ai temi del «lavoro» nonché della «festa» al centro di un evento rivolto a uomini-donne-bambini richiamati a Milano da cinque continenti è diventata un’occasione di importanza ancora maggiore alla luce degli scandali vaticani rispetto ai quali, forse, niente poteva far bene al papa quanto un viaggio. Eventuali ulteriori novità  provenienti da Oltretevere — ha messo le mani avanti il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco (secondo il quale bisogna recuperare una cultura della famiglia) — «non potranno assolutamente» offuscare il messaggio di Benedetto XVI il quale «troverà  qui un popolo di famiglie che lo aspettano, gli vogliono bene, si stringeranno attorno a lui, rappresentando tutte le famiglie della Chiesa cattolica nel mondo». I sondaggi diffusi dai vari enti e gruppi intervenuti al Congresso internazionale sul tema — in corso di svolgimento da due giorni nei padiglioni di Fieramilanocity — sono tutti dello stesso segno: per l’Istituto Toniolo fondatore dell’Università  Cattolica «il 60 per cento dei giovani vuole farsi una famiglia» e ancora «la famiglia», secondo l’Associazione genitori cattolici, è il valore numero uno «in 46 paesi su 47»: non è stato comunicato cosa preferisce il 47esimo.
Peccato che a fronte di questo — come ha sottolineato il predecessore di Scola a Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi — vi sia una «precarietà  strutturale» che rappresenta la più «pesante ipoteca sul futuro stesso delle famiglie». E Tettamanzi ha esplicitamente denunciato in questo senso le «discriminazioni inaccettabili» e «l’ingiustizia scandalosa che suona come un insulto alla povertà  e ancor più alla dignità  di quanti percepiscono retribuzioni evidentemente fuori misura: forse che le responsabilità  e il tempo dell’ultimo lavoratore valgono meno del tempo e delle responsabilità  di un alto dirigente di finanza, d’industria, di governo, di partito o di sport?».
L’Incontro mondiale in corso a Milano, e naturalmente la connessa visita del Papa, avranno poi un motivo in più di impegno nella solidarietà  già  concretamente espressa a favore delle vittime del sisma in Emilia. Alla preghiera programmata per questa sera in Duomo prenderanno parte anche i vescovi di Ferrara, Modena, Carpi e Mantova, mentre un gran numero di confessori sarà  disponibile nello stesso momento per quanti vorranno prepararsi al meglio alla messa di domenica.
Domani, sul fronte opposto, presidio «anticlericale» dei collettivi milanesi in piazza XXIV Maggio per «protestare contro la promozione di un modello unico di famiglia, eterosessuale e finalizzata solo alla procreazione».


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