Sempre più italiani si rivolgono all’Inca-Cgil. Boom per ammortizzatori sociali e sostegno alle famiglie

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ROMA – Disorientati, scoraggiati, in preda ad ansia e incertezze: in tempo di crisi cresce il numero di italiani che si rivolgono al patronato Inca Cgil e aumentano i fattori che destano preoccupazione dagli ammortizzatori sociali alla pensione. È quanto rileva il Bilancio sociale Inca, presentato questa mattina a Roma presso la sede dell’Inail, in via 4 Novembre. Dai dati raccolti dal patronato, sono oltre 2 milioni le pratiche aperte nel 2011 sia in Italia che all’estero, contro 1,8 milioni del 2009. Un dato, spiega il patronato, che mette in evidenza come negli ultimi tre anni, alla tradizionale platea di utenti, “si sono aggiunti molti giovani alla ricerca di lavoro o con contratti precari, pensionandi, che devono fare i conti con le nuove norme in materia pensionistica, costretti anche a subite le conseguenze delle numerose crisi aziendali e che non sanno come far fronte all’inasprimento dei requisiti di accesso al diritto a pensione: non c’è lavoro, mentre si allunga per tutti la prospettiva del pensionamento”.

Dai dati raccolti nel bilancio sociale, sono in aumento il numero delle pratiche aperte quasi tutte le aree tematiche. A far registrare un incremento notevole dal 2010 al 2011, però, sono le domande per gli ammortizzatori sociali, passate dalle quasi 397mila del 2009, a 373mila del 2010, per raggiungere quota 553mila nel 2011. Stessa cosa per quanto riguarda il sostegno al reddito alle famiglie: le domande sono aumentate da 137mila del 2009 a 164mila nel 2011. Sfiorano il raddoppio, invece, le domande di tutela di maternità  e paternità , passando da 25mila del 2009 a 42mila nel 2011. Aumentano notevolmente anche le domande per la tutela delle persone invalide In un solo anno, dal 2009 al 2010, le domande sono passate da 190mila a 344 mila. Sono 350mila nel 2011. “L’incremento delle domande presentate dall’Inca è legato anche al passaggio dalla modalità  di presentazione all’Inps della domanda in formato cartaceo all’obbligo di presentare la domanda in via telematica”, spiega il patronato. Calano, invece, le domande che riguardano la pensione, passando da 235mila del 2009 a 195mila nel 2011. Mentre aumentano le richieste di verifica delle pensioni in essere, da 140mila a 200mila nel 2011. “Il ricorso al patronato in Italia e all’estero è aumentato in questi ultimi anni anche per le scelte compiute dagli enti di previdenza – spiega il patronato – con la chiusura di molti sportelli al pubblico e contemporaneamente con l’obbligo dell’invio telematico delle domande per ottenere le prestazioni previdenziali e assistenziali, senza tener conto del basso tasso di alfabetizzazione informatica degli italiani, che si attesta, secondo studi recenti, al 18° posto nella graduatoria europea: solo il 43% delle famiglie possiede un computer, contro il 54% della media europea”.

Non è solo la telematica, però, a incidere sugli indici del patronato. Ad alimentare le preoccupazioni di chi si è rivolto all’Inca, ci sono le nuove norme e i trend del mercato del lavoro. “La cosiddetta legge Monti-Fornero ha generato un profondo disorientamento tra i lavoratori e ha ulteriormente sfiduciato i giovani – spiega il patronato -, tra i quali si verifica il più alto tasso di disoccupazione e un livello di precarietà  mai raggiunto finora nel nostro Paese”. Aumentato anche il numero degli “scoraggiati”, tra i 15 e i 29 anni, che non lavorano e non frequentano corsi di formazione: nel 2010 erano oltre 2,1 milioni, 134 mila in più al 2009. “Ansia e incertezza derivanti dai profondi cambiamenti legislativi in materie come pensioni e mercato del lavoro – spiega il patronato -, hanno costretto centinaia e centinaia di migliaia di persone disoccupate o in cerca di lavoro a riprogrammare la propria vita, esponendoli a rischi reali di povertà ”.  

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