Ticket più cari del 34% in un anno Italiani ancora troppo “malati” di farmaci

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ROMA – Cresce la spesa degli italiani per il ticket farmaceutico. Tra il 2010 e il 2011 la cifra sborsata per le ricette delle medicine è salita del 34%, raggiungendo un valore assoluto di un miliardo e 337 milioni, cioè 22 euro a testa. L’aumento è dovuto al fatto che alcune Regioni hanno introdotto la tassa sui farmaci a metà  dell’anno scorso, dopo la manovra del governo Berlusconi, e più in generale a un incremento dell’acquisto di prodotti con ricetta. Il dato è Rapporto nazionale OsMed 2011 su “L’uso dei farmaci in Italia”, presentato oggi a Roma dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) all’Istituto superiore di sanità  che da oltre dieci anni raccoglie i dati e redige il Rapporto. Dei 26,3 miliardi di euro fatturati dal mercato farmaceutico italiano, oltre il 75% rimborsato dal Servizio sanitario nazionale (SSN) ed erogato in gran parte da farmacie pubbliche e private.

Come cambia la spesa. Nel complesso, la spesa farmaceutica territoriale, sia pubblica – farmaci prescritti dal medico di medicina generale e ritirati dal paziente in farmacia (47% del totale di spesa), e farmaci erogati dagli ospedali (29%) – che privata (un quarto della spesa totale) rispetto al 2010 è diminuita dell’1,6%. Più marcata la riduzione (-4,6%) di quella a carico del SSN che nel 2011 è stata pari a 12,4 miliardi di euro. E’ cresciuta invece la prescrizione di medicinali (+1%) per un totale di un miliardo e centomila confezioni prescritte; un lieve aumento (+0,7%) ha riguardato i farmaci di classe A-SSN: ogni mille abitanti sono state prescritte 963 dosi di farmaco al giorno, la Sicilia con 258 euro pro capite è la regione con il valore più elevato di spesa pubblica per questa classe di farmaci.

“Il dato positivo di OsMed 2011 riguarda un inizio di contenimento di spesa legato alla diminuzione (-6%) del prezzo medio ponderale dei farmaci – afferma Roberto Raschetti, direttore del reparto di farmaco-epidemiologia dell’Istituto superiore di sanità  (ISS)  –  ; persiste, anzi raddoppia, la distanza tra regioni che prescrivono molto e regioni più virtuose, gap che dal 20% del 2000 passa al 50% del 2011, segnale questo di scarsa appropriatezza più che di reali bisogni di salute”.

La spesa privata (farmaci di classe A che il cittadino paga di tasca propria, classe C con ricetta e per automedicazione) è stata pari a 6.346 milioni di euro con i 64 euro pro capite del Molise fino ai 129 della Val d’Aosta. Cresce del 21% rispetto al 2010 la spesa privata dei farmaci di classe A; contenuto l’aumento dei farmaci di classe C e di automedicazione. La spesa relativa ai farmaci erogati dal pubblico (ospedali, Asl, IRCCS etc…) ammonta a 7,5 miliardi di euro, rappresentando oltre un quarto della spesa complessiva per farmaci in Italia nel 2011.

Ticket: il Ssn risparmia, il cittadino no. Dal pagamento del ticket, sia la quota di compartecipazione pagata dal cittadino per i generici sia la quota del ticket fisso per ricetta, come detto l’introito è stato di un miliardo e 337 milioni di euro (+34% sul 2010): “Poco meno del 60% della quota potrebbe essere risparmiato – osserva Giuseppe Traversa, ricercatore del reparto di farmaco-epidemiologia dell’ISS – basterebbe prendere il generico che ha lo stesso prezzo di riferimento del farmaco originale: un’altra quota, ovvero 580 milioni di euro, deriva dai ticket introdotti dalle varie Regioni”.

Gli italiani non rinunciano al farmaco. Resta invariato l’atteggiamento degli italiani nei confronti dei farmaci, fin troppo utilizzati. Nel corso del 2011 ogni italiano ha acquistato in farmacia circa 30 confezioni di farmaci, in totale ne sono state vendute un miliardo e 800mila. La spesa media pro capite è stata di 434 euro. Il 75% della popolazione ricorre ai farmaci però con differenze di genere (70% per gli uomini, 80% per le donne) e di età  che resta il principale fattore predittivo dell’uso di medicinali: la spesa media di un assistito over 75, infatti, è circa 13 volte maggiore rispetto a quella di una persona tra i 25 e i 34 anni di età : la differenza diventa 17 volte maggiore se riferita alle dosi. La popolazione con più di 65 anni assorbe il 60% della spesa; viceversa nella popolazione pediatrica fino ai 14 anni, a fronte di elevati livelli di prevalenza tra il 50 e l’80%,  si consuma il 3% delle dosi e della spesa.

Abuso prescrittivo tra le fasce deboli. Bambini e anziani sono le categorie che fanno più uso di farmaci: 8 bambini su 10 ricevono in un anno almeno una prescrizione (soprattutto antibiotici e antiasmatici). Tra gli anziani, in conseguenza di patologie croniche spesso associate (ipertensione-diabete) l’utilizzo di farmaci arriva a toccare il 100%.

I primi cinque della classifica. I farmaci usati nelle terapie per il sistema cardiovascolare restano saldamente al primo posto nella classifica di quelli più utilizzati, con una spesa complessiva di oltre 5 miliardi di euro. La spesa media pro capite a carico del SSN è di 72,7 euro. La quantità  di statine prescritte continua a lievitare rappresentando il sottogruppo a maggiore spesa (16,4 euro pro capite). Rilevante la spesa per i farmaci del sistema nervoso centrale (13%) che occupano il secondo posto nella spesa farmaceutica nazionale con 3.410 milioni di euro seguiti dai farmaci per l’apparato gastrointestinale e metabolismo, per i quali nel 2011 si sono spesi 3.382 milioni di euro; seguono ancora, al quarto e quinto posto, gli antineoplastici e immunomodulatori, (erogati esclusivamente a carico del SSN) con una spesa di 3.157 milioni di euro (12,1%) e gli antimicrobici per i quali si sono spesi 2.722 milioni di euro. Farmaci dermatologici (88% della spesa), genito-urinari e ormoni sessuali (60%) e farmaci dell’apparato muscolo-scheletrico (53%) sono a carico quasi per intero del cittadino. La sostanza più prescritta anche per il 2011 è il ramipril; consistenti i consumi di acido acetilsalicilico (aggregante piastrinico) e amlodipina.

I dati per gli immigrati. Gli immigrati residenti rappresentano il 7,5% della popolazione. Il progetto “Osservatorio sulla prescrizione farmaceutica alla popolazione immigrata” – che l’Istituto Superiore di Sanità  porta avanti con la collaborazione di altre istituzioni e società  scientifiche –  ha permesso di disegnare e di inserire nel Rapporto OsMed 2011 un primo profilo sull’uso dei farmaci dei cittadini di origine straniera: un immigrato su due ha ricevuto nel 2011 almeno una prescrizione; l’età  media degli utilizzatori è 35 anni. Le donne tra i 15 e i 65 anni ricorrono di più ai farmaci, mentre uomini e donne oltre i 65 anni ne fanno meno uso. I farmaci più prescritti sono antibatterici, gastrointestinali e respiratori. Sovrapponibile a quello degli italiani è l’utilizzo dei farmaci cardiovascolari, mentre è superiore tra gli immigrati il ricorso ad antidiabetici, antinfiammatori e gastroprotettivi.


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