L’aperitivo da 1.450 euro del consigliere

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ROMA — Chi vuol essere consigliere? Prima di rispondere è bene conoscere i dettagli di questa vita faticosissima che almeno alcuni tra i rappresentanti regionali del Lazio sembrano aver sopportato. Mica da tutti districarsi tra le cene al «Pepe Nero», i viaggi, gli alberghi. E poi gli «aperitivi rinforzati» alle Terme dei Papi, che anche quelli vanno organizzati, o comunque bisogna dare disposizioni a un collaboratore, non è semplice. Senza dimenticare il blog, ormai necessario a ogni politico, e poi le dichiarazioni da rilasciare. In pochi, ad esempio, saprebbero distillare verità  preziose e indimenticabili per la collettività : «Gli obiettivi della commissione europea in ambito occupazionale sono ambiziosi e impegnativi» (Francesco Battistoni, nel novembre 2011, ne era così fiero da inserirla nel suo blog).

Chi vuol essere consigliere? Per avere un termine di paragone: chi potrebbe sopportare la vita fatta da Francesco Battistoni? Perso lo scranno da capogruppo, ora gli rimane la presidenza della commissione Agricoltura, le riunioni di quella della Sanità , e ovviamente tutti gli impegni legati al consiglio regionale che, in media, si riunisce una volta a settimana. Ma comunque l’ex capogruppo Pdl, successore di tanto Fiorito, adesso che non dovrà  più badare alle richieste dei suoi colleghi consiglieri Pdl, sarà  certamente sollevato dal veder diminuiti certi ritmi di lavoro. Si prenda, come esempio, il novembre 2011: il Consiglio si riunisce cinque volte (il 2, il 9, il 16, il 23 e il 30) e alla seduta del 2 lui è assente. Ma perché c’era il Pdl a Viterbo, la partita da giocare col rivale di zona per stabilire chi portasse il maggior numero di tessere, così lui dopo aver vinto (3.700 adesioni contro 3.500, raccontano i giornali locali) deve aver bruciato energie anche per scrivere il messaggio ai suoi: «Grazie». Di certo il tesseramento è un successo, migliaia di persone che, per lui, hanno scelto il Pdl: per via del suo impegno, della sua passione politica, certo. Coincidenza vuole che il giorno seguente, il 3, Battistoni inviti a cena — al Pepe Nero, localino vista lago di Bolsena — ottanta persone. Si può obiettare: ma il sito del locale non cita quaranta coperti? Avranno fatto i turni, come in fabbrica. Costi leggermente superiori a quelli della mensa, cinquemila euro. Comunque, nella vita del consigliere non c’è un attimo di respiro. Poco prima era stato a Tarquinia per affermare ciò che, forse, la platea aspettava di sentir dire chissà  da quanto tempo: «Il vostro patrimonio culturale è un’immensa risorsa che dobbiamo valorizzare al meglio» (mette sul blog anche questa, casomai qualcuno l’avesse persa). Il 4 novembre Battistoni presenta, insieme con una decina di colleghi, la proposta di legge sulla «filiera corta» e poi, probabilmente stanco, prende una camera (la 928) all’Aldero Hotel, quattro stelle nella Tuscia Viterbese. La sera è al ristorante dell’albergo, sempre tutto da solo — dice la ricevuta — e alla fine spende 1.650 euro, bevande incluse.
Gli impegni si succedono, è impossibile citarli tutti: di certo mentre Silvio Berlusconi annuncia al Paese la sua intenzione di dimettersi dopo il ddl Stabilità , lo stesso giorno, l’8, nel Lazio arriva in commissione Agricoltura la proposta di legge sulla filiera corta. Subito dopo, il 10, ecco l’impegno per il distretto della ceramica di Civita Castellana: il consiglio approva la mozione 256 presentata, oltre che da Battistoni, da uno schieramento trasversale di consiglieri eletti nel viterbese. Una soluzione per il dramma di duemila persone in cassa integrazione? Insomma: «Il Consiglio sostiene la richiesta del Comune di Civita Castellana al Governo di riconoscere lo stato di crisi». Giusto il tempo di un’altra cenetta al Pepe Nero — sobria, 16 persone con spesa di 800 euro — e il 14 Battistoni è davanti allo stabilimento Brunelli di Aprilia per un sit in «al fianco di allevatori e pastori. L’obiettivo — annuncia — è quello di favorire il rilancio dei prodotti agroalimentari». Due giorni più tardi ottiene dal Pdl il pagamento di tredicimila euro a «Panta Cz pubblicità », per stampa e affissione di mille manifesti e così — tra sedute di partito, Consiglio e commissioni — il 25 organizza un incontro alle Terme dei Papi per un convegno-aperitivo con i militanti. Conto modesto, 1.450 euro, meno della metà  di quanto pagato per la cena al ristorante «La Ripetta», 3.500 euro, del 31 dicembre. Anche se a leggere la ricevuta, sotto la data ce n’è un’altra: «Cena del 22 per auguri di Natale». Vale la pena ricordare che, ovviamente, tutte le spese sono state sostenute dal Pdl grazie ai fondi elargiti dalla Regione.
Un ultimo dato. Rivolgendosi agli elettori, in campagna elettorale, il consigliere usava spesso uno slogan: «Francesco Battistoni, come te».
Alessandro Capponi


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