Arrestato manager dei rifiuti “Era un amico dei clan”

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REGGIO CALABRIA. La testa di ponte per mettere le mani sugli appalti della Leonia era Bruno De Caria, arrestato ieri con l’accusa di associazione mafiosa. Il manager con mansioni di direttore operativo della municipalizzata era “cosa loro”. Anzi, era uno di loro. Tant’è che la Direzione Distrettuale Antimafia gli contesta un ruolo di primo piano all’interno del clan. De Caria, per la famiglia Fontana era il grimaldello per accedere alle commesse milionarie dell’azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti a Reggio Calabria.
Così dopo lo scioglimento della Multiservizi per infiltrazioni mafiose ora, probabilmente, sarà  la volta della Leonia. In Prefettura è già  pronta l’ennesima interdittiva antimafia. Due delle quattro aziende di Palazzo San Giorgio (il Comune detiene il 51% delle quote societarie) nel giro di alcuni mesi sono state travolte dalle inchieste della Procura di Reggio Calabria.
Otto le persone arrestate all’alba di ieri dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia che su ordine dei magistrati hanno anche svolto una decina di perquisizioni. Le accuse formulate dalla Dda (l’inchiesta porta la firma del Procuratore aggiunto Michele Prestipino e dei Pm Giuseppe Lombardo e Sara Ombra) vanno
dall’associazione a delinquere di stampo mafioso all’intestazione fittizia dei beni, dalla turbativa d’asta alla sovrafatturazione finalizzata alla costituzione di fondi neri. La prima informativa porta la firma dello Sco della polizia e risale al 2009. Tutti gli accertamenti di natura fiscale e patrimoniale sono stati svolti dal Gico della Guardia di Finanza.
I Pm hanno ricostruito gare truccate e patrimoni milionari, riuscendo a sequestrare aziende e quote azionarie per 32 milioni di euro. I Fontana, famiglia storica della ‘ndrangheta reggina guadagnavano soldi a palate, che spartivano anche con altre cosche. Per il comandante provinciale delle Fiamme Gialle, Claudio Petruzziello è un caso emblematico: «I clan si mettono in tasca milioni di euro, mentre i lavoratori vengono affamati». Mercoledì scorso un centinaio di dipendenti della Leonia hanno manifestato davanti al Comune per chiedere stipendi arretrati di cinque mesi. Il Gip definisce quella delle municipa-lizzate “la nuova frontiera delle cosche per infiltrarsi nel tessuto economico della città ”. Il Procuratore Aggiunto Michele Prestipino, spiega poi che «il controllo della Leonia non sarebbe stato possibile senza il ruolo svolto da alcuni manager». Per il magistrato «quello dei colletti bianchi è uno snodo cruciale, e ora occorre che imprenditori e categorie produttive facciano la loro parte».


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