L’ecologia della mente e della ricerca
Laico senza ideologismi, personalità di primo piano nel dibattito epistemologico del Novecento, è stato il massimo ispiratore dell’ambientalismo scientifico che si assume la responsabilità sociale di cambiare lo stato di cose presenti. Anche per questo Legambiente è stata sempre la sua associazione di riferimento. E lui un riferimento inossidabile per noi.
Affacciandosi al XXI secolo, vi ha riversato tutta la potenza del suo pensiero critico, ha saputo cogliere prima e meglio di altri l’urgenza di liberare la società della conoscenza dalla privatizzazione e dai brevetti, perché, ripeteva, la conoscenza è l’unica risorsa infinita che ha l’uomo ed è l’unica che cresce nello scambio: se io scambio una mela con un amico alla fine ognuno ha una mela, se scambio un’idea ognuno avrà due idee. Ha saputo cogliere le opportunità offerte dal web, e ha visto nei nuovi movimenti sociali, come per le primavere arabe, una conferma di questa sua intuizione.
Ricordo qui, e non ho imbarazzo ad ammetterlo, che un anno fa in occasione del nostro documento congressuale, pure apprezzato per lo sforzo di elaborazione culturale e politica di collocare l’ambientalismo nella nuova dimensione della battaglia contro le disuguaglianze e per l’interdipendenza, ci fece gentilmente notare come il mondo del virtuale fosse da noi novecentescamente sottovalutato e ci ha «suggerito» il testo che chi vuole può andare a rileggere.
È un giorno triste in un paese che si permette di mandare alla gogna gli scienziati all’Aquila, che si permette di apostrofare i giovani «schizzinosi», un grande vecchio così giovane era una speranza per il nostro futuro. E il suo affetto per Legambiente, la sua stima personale per molti di noi, mi hanno confortato e aiutato in questi anni così complicati. Per ora ci riempie la sua mancanza. Poi riprenderemo a lavorare per dare continuità al suo pensiero e al suo impegno che ha lasciato una bellissima traccia in tutti noi. Non dimentichiamolo!
* presidente nazionale Legambiente
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