Veltroni dice addio al Parlamento «Ho deciso, non mi ricandido»

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ROMA — Walter Veltroni abbandona la carriera parlamentare. E da Fabio Fazio, dove già  una volta annunciò che avrebbe lasciato la politica, anticipa: «Non mi ricandiderò alle prossime elezioni politiche».
È il primo big del Pd a fare un passo indietro dopo l’offensiva «rottamatrice» condotta da Matteo Renzi. Veltroni però assicura che il sindaco di Firenze non ha influito sulla decisione: «Non ha a che fare con Renzi», dice ricordando di aver già  dato l’addio alla politica proprio da Che tempo che fa. «Dopodiché — spiega — mi è stato chiesto di fare una cosa alla quale non potevo opporre le mie scelte personali di vita e cioè il candidato alla presidenza del Consiglio. L’ho fatto. 12 milioni di persone hanno votato per me. Nel 2009 ho deciso di dimettermi e sono state dimissioni vere, ma in quel momento ho dentro di me confermato la decisione che oggi ribadisco». «A me — chiarisce Veltroni — la parola rottamazione non piace perché si rottamano le cose, ma non si possono rottamare le persone, le idee, le storie, i valori, le fatiche che ciascuno ha compiuto. La nostra generazione politicamente ha vinto e ha perso, come tutti», «però questa generazione, anche di dirigenti della sinistra ha portato al governo per la prima volta la sinistra unita e le ha consentito di vincere e governare in tante Regioni, Province e Comuni». Ammette che «si sono fatti tanti errori» di cui «ciascuno ha la sua parte personale di responsabilità », e si dice «d’accordo che è il momento di un cambiamento» ma da fare «con saggezza e intelligenza e senza l’idea di condurre una guerra». Per costruire «un centrosinistra capace di includere nel momento in cui cambia se stesso».
Invece si è escluso Mario Monti nel documento programmatico dell’alleanza Pd-Sel di Nichi Vendola. Un errore per Veltroni: «Secondo me doveva restare perché la sua è un’esperienza che noi stiamo sostenendo», «che ha dato prestigio e autorevolezza all’Italia dopo la tragedia del berlusconismo» e che ha in sé «una spinta riformatrice che supera anche una certa inerzia dei partiti» e per questo merita «grande attenzione e grande interesse».
Il leader Pier Luigi Bersani dà  a Veltroni l’onore delle armi: «La scelta è stata fatta con motivazioni che si possono solo apprezzare. Parlamentare o non parlamentare, Walter resterà  un protagonista». «Onore» all’addio anche dai «rottamatori» di Renzi. «Il ricambio fa bene sempre. Veltroni è una figura preziosa per la politica italiana. Si può avere un ruolo anche al di fuori del Parlamento dove è giusto lasciar spazio a chi può infondere maggior entusiasmo», spiega il coordinatore della campagna di Renzi, Roberto Reggi. Il vicesegretario Enrico Letta twitta: «Dovremmo convincere Veltroni a ripensarci». Enrico Gasbarra concorda.
Ma lo stesso Veltroni anticipa: «Continuerò a fare politica, ad impegnarmi in quello a cui sempre creduto, cioè l’impegno civile, la battaglia di valori sulla legalità ». E sottolinea che la sua scelta «non vale per altre persone che è giusto che tornino in Parlamento. Si parla molto di Bindi e D’Alema ma con la rottamazione non entrerebbero persone come Enrico Morando, Pierluigi Castagnetti, Arturo Parisi, persone che fanno del bene al Parlamento». «L’importante non è solo la carta d’identità  â€” prosegue —. Vittorio Foa era anziano ma era uno straordinario innovatore. Fiorito è giovane ma non lo è».
Pierluigi Castagnetti, citato, ringrazia ma conferma la sua decisione di andar via. «Non per aderire alla provocazione di Renzi, ma siamo in una stagione nuova ed è giusto lasciare il posto ad altri. E credo che il gesto di Veltroni lascerà  il segno e metterà  in moto una fase di riflessione anche in altri. E servirà  ad alleggerire la tensione attorno alle primarie e si tornerà  a parlare di contenuti e non di ricambio generazionale».
Dal Pdl c’è chi sogna un analogo ricambio. Francesco Giro azzarda: «Non sottovaluterei la scelta di Veltroni. Con Prodi ha rappresentato molto più di altri, anche di D’Alema, il nuovo corso della sinistra con l’Ulivo», «ora cambierà  tutto ovunque».


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