L’anti-corruzione è legge L’Idv ha votato contro

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ROMA — E adesso la riforma della prescrizione. E’ questa la sfida che intende combattere da subito il ministro della Giustizia, Paola Severino, dopo aver portato a casa ieri il disegno di legge anti-corruzione, con 480 voti favorevoli, 25 astenuti (tra questi i radicali e il pdl Alfredo Mantovano che ha votato in dissenso con il suo partito) e 19 contrari. Tra i no quello del leader idv, Antonio di Pietro che denuncia un’«amnistia mascherata» e chiede al presidente Giorgio Napolitano di «rimandare alle Camere il provvedimento» che, grazie all’accorciamento della prescrizione del reato di concussione per induzione farà  «stappare champagne a molti imputati eccellenti».
La sfida della Severino partirà  da lì: i tempi di prescrizione divenuti troppo brevi dopo la legge ex Cirielli. Dalla prossima settimana istituirà  un tavolo di lavoro con magistrati, avvocati e giuristi, per dare il via in tempi brevissimi ad un disegno di legge sulla prescrizione. Un ddl da portare in Consiglio dei ministri al più presto che regolamenti l’intera materia.
Un’iniziativa parallela a quella avviata dalla Camera: sarà  ripresa, forse già  mercoledì prossimo, la discussione in commissione Giustizia della proposta di legge sul raddoppio dei tempi di prescrizione della pd Donatella Ferrante. Un provvedimento sul quale si potrebbe innestare un maxiemendamento del governo. Sulle ali delle critiche, arrivate da più parti, il ministro Severino ha anche promesso un’accelerazione del governo sull’incandidabilità : «Ci sarà  un’immediata applicazione della delega per utilizzarla prima delle elezioni» ha spiegato assicurando che le sue intenzioni «convergono» con quelle del ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri e del ministro Patroni Griffi. Il Guardasigilli si è anche detto «molto soddisfatta per i numeri della votazione che dimostrano come ci sia stata una grande condivisione di questo progetto». «Si può sempre fare di più, ma non ci sono stati compromessi politici al ribasso. In questo provvedimento si doveva regolare il fenomeno della corruzione», ha precisato il ministro, ribadendo che sulle altre materie rimaste fuori, oltre alla prescrizione, il falso in bilancio, voto di scambio e auto-riciclaggio c’è «la seria intenzione del governo di dare un contributo».
Per il superprocuratore Piero Grasso il ddl «è un grande successo ma ci sono margini di miglioramento». «Occorre introdurre benefici giudiziari come sconti di pena, attenuanti o addirittura nell’esecuzione della pena. Un po’ come facciamo con la criminalità  organizzata», ha spiegato.
Soddisfatto il leader udc Pier Ferdinando Casini per il punto di compromesso raggiunto: «E’ un passo concreto nella lotta alla corruzione, un segnale che i cittadini aspettavano da tempo». Protesta, invece, Di Pietro: «L’unico scopo del ddl è indurre in errore l’opinione pubblica». «Ma c’è stata una trattativa che ha portato a un ddl al ribasso perché è pro-corruzione ed aiuta ancor di più i corruttori. Il Parlamento ha votato la fiducia a se stesso».
«Critiche strumentali» accusa la Ferrante, Pd. «Tante delle norme che sono state approvate, a partire dalla riforma della concussione per induzione, sono contenute nelle proposte presentate dal partito di Di Pietro», ha rimarcato. Pronta la replica dell’idv Federico Palomba: «Non ci chiami in correità . Il Pd ha votato il ddl e da oggi mentre migliaia di imputati eccellenti brinderanno, magistratura e inquirenti vedranno il loro lavoro rottamato e avranno le mani legate». Il Pdl rivendica che «il 70% della legge è di Alfano e Brunetta». Ma Alfredo Mantovano dissente dalla norma e avverte: «C’è una divergenza tra il mito e la realtà ».


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