«Come i servizi segreti usano i media»

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Il nuovo saggio di Aldo Giannuli, Come i servizi segreti usano i media (Ponte alle Grazie), vuole insegnare ai lettori quel metodo, per aiutarli ad analizzare le notizie, smontarle, confrontarle, leggerle fra le righe. Docente alla Statale di Milano, consulente delle commissioni parlamentari d’inchiesta sulle stragi e sull’affare Mitrokhin nonché consulente giudiziario in vari processi (fra gli altri, piazza Fontana e piazza della Loggia a Brescia), Giannuli offre alcuni esempi di questa lettura. Come il caso di Dominique Strauss-Kahn, la morte di Osama bin Laden, la caduta dell’astro nascente del comunismo cinese Bo Xilai.
Gli chiediamo di leggere notizie uscite quando il libro era già  stampato, come l’affaire Petraeus e il sequestro del ragionier Spinelli. «Per come le abbiamo ricevute dai mezzi di informazione, ci appaiono costruite in modo che nemmeno un bambino di 5 anni ci potrebbe credere. Prendiamo Petraeus: l’Fbi, su sollecitazione di una donna che dice di essere molestata dall’amante del capo della Cia, entra nella sua mail; lui non si accorge che la sua cassetta postale è stata «bucata»; anzi usa la mail della Cia per messaggi privati anche con la sua amante. Non regge niente in questo racconto. Ovviamente c’è molto di non detto. Per esempio, la signora Broadwell, l’amante di Petraeus, forse era una spia, ma allora la Cia che ci sta a fare se non sa neppure che la donna con cui il suo capo ha una relazione è al servizio del nemico?
È l’Fbi a scoprirlo. Ma allora perché non va dal presidente degli Usa? Di certo c’è che è in atto una lotta fra i servizi segreti americani; che il disastro di Bengasi (nell’attacco al consolato americano restano uccisi l’ambasciatore Christopher Stevens e due marine) è l’episodio che scatena la resa dei conti; che la nuova amministrazione Obama sta procedendo a una riorganizzazione degli assetti».
E Spinelli? «Stesso grado di incredibilità  per questa storia. Tutti i dettagli raccontati sono pazzeschi, l’offerta della chiavetta, la recita del rosario eccetera. Si può pensare che era in atto un ricatto al Cavaliere. Ma per cosa? Dopo le storie del bunga bunga, difficile trovare qualcosa di più clamoroso di quello già  uscito. Anche il sospetto giro di coca, insomma, non scandalizzerebbe più di tanto. Forse, azzardo, ci potrebbe essere un tangentone di qualche miliardo di euro. Però non sottovaluterei il fatto che fra le ragazze sul libro paga di Spinelli due sono legate al clan barese di Savinuccio Parisi, un manager del crimine del calibro di Messina Denaro o Riina. Insomma, l’idea precisa è che sotto questa storia ci sia qualcosa di veramente grosso ma che per ora è difficile cogliere». Fra Petraeus e il caso Spinelli-Berlusconi c’è anche un’altra affinità : le donne, il sesso. «Sì, assistiamo da qualche tempo a un’epidemia di sesso compulsivo che colpisce uomini di potere in tutto il mondo. Da Berlusconi a Strauss-Kahn, dal capo della Cia all’ex presidente israeliano Katzav. Fino a non molto tempo fa, i servizi segreti conoscevano le storie private dei politici ma erano molto discreti. In America tutti sapevano che il capo del Fbi Hoover era gay, ma nessuno ne parlava; Hoover a sua volta conosceva i nomi di tutte le amanti di J.F. Kennedy, ma i media non ne scrivevano. In Italia, dopo il caso Montesi (il Pci cavalcò la storia della ragazza trovata morta sulla spiaggia di Torvajanica l’11 aprile 1953 ), si stipulò una sorta di tregua durata molti anni. Era successo che l’avvocato Giuseppe Sotgiu, comunista, difensore dei giornalisti che accusavano il figlio del ministro dc Piccioni, risultò da un’indagine della questura un frequentatore con la moglie di una casa d’appuntamenti». E oggi? «Da un lato assistiamo a una moltiplicazione di servizi segreti; si nota un abbassamento del livello di professionalità  dell’intelligence; gli uomini di potere sono in preda a una sindrome di sesso compulsivo e le storie di sesso, che prima erano tenute come carte di riserva dai servizi, circolano apertamente.
Dall’altro lato, però, è avvenuto un cambiamento nei rapporti fra politica ed economia, «prima erano distinte, oggi l’economia, o meglio la finanza, ha preso il posto della politica, decide i governi e la loro durata, regola i rapporti internazionali. Ai politici non resta che usare i propri privilegi per far soldi e cercare avventure sessuali sempre più spinte».


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Illustrazione di Chiara Dattola

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