Una forza che supera sia Hegel e Marx che la tradizione religiosa
Nel pensiero di Severino, va ricordato, la tecnica porta al tramonto le forze della tradizione innanzitutto perché esse si mostrano come contraddizioni. Ma non è sufficiente che la contraddizione — concetto decisivo e troppo trascurato dal sapere scientifico — venga alla luce perché essa sia superata in una nuova dimensione storica, come invece ritengono Hegel e Marx.
Questo libro, salvo poche pagine apparse come articoli soprattutto sul «Corriere della Sera», peraltro rielaborate, è inedito e Severino l’ha scritto tra la primavera e l’estate di quest’anno. In sostanza, Capitalismo senza futuro è un’analisi non contingente della crisi che stiamo vivendo; ovvero si è dinanzi a uno studio che non procede né sui binari della volontà di rimettere la politica alla guida dell’economia, né su quelli della critica marxista di quest’ultima, né sulla volontà di recuperare i valori religiosi e morali della tradizione occidentale. Quella di Severino non è un’indicazione di quanto si dovrebbe fare, non è una proposta, un suggerimento o un invito, ma mostra la direzione del corso storico. Per esemplificare, diremo che se una barca sta navigando sul fiume, Severino non dice all’equipaggio come deve remare, ma indica la velocità e la portata dell’acqua, la sua profondità , la consistenza dell’imbarcazione, segnala infine le rapide che più in là sono in agguato.
La destinazione della tecnica al dominio, sottolinea il filosofo, è l’effetto dell’impulso originario della civiltà occidentale (che ormai è planetaria) e codesto impulso è per il Severino la Malattia mortale; pertanto la vittoria inevitabile della tecnica, è proprio la vittoria della forma più coerente di tale Malattia.
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