Una luce in fondo al tunnel

Loading

Una nuova cooperativa per i prossimi quaranta anni di vita de il manifesto. È questo l’obiettivo del gruppo di lavoro eletto dal collettivo tra venerdì e domenica. Un obiettivo e una scommessa che vogliamo giocare, consapevoli delle difficoltà  che incontreremo, ma anche delle potenzialità  politico-giornalistiche che il manifesto può ancora esprimere. Il gruppo avrà  un compito difficile. Nella pagina presentiamo il dispositivo votato e i risultati emersi dal voto.
I nove mesi di liquidazione coatta amministrativa hanno cambiato il modo di lavorare. Abbiamo discusso a lungo su come uscire dal tunnel in cui eravamo e siamo. Ci sono stati momenti di lavoro collettivo, ma anche discussioni aspre tra di noi. È però arrivato il momento di voltare pagina e di ricominciare a discutere non su come sopravvivere, ma di come vivere, riaffermando il valore politico-giornalistico dell’anomalia chiamata il manifesto.
Le discussioni di questi mesi hanno visto intrecciarsi aspetti politico-giornalistici e aspetti organizzativi. Abbiamo provato, talvolta riuscendoci, altre volte no, a mantenere separati i due corni del dilemma. La priorità  che ci siamo dati lo scorso febbraio era di continuare le pubblicazioni perché era il solo modo per poter elaborare un progetto politico-editoriale che consentisse l’uscita dalla liquidazione coatta amministrativa. Obiettivo prioritario senza il quale qualsiasi discussione su cosa debba essere il manifesto del futuro era priva di fondamenta. Sono stati mesi difficili, durante i quali la discussione non si è arrestata. Inutile rimuovere il fatto che alcuni compagni e compagne non erano convinti delle scelte che venivano fatte. Con loro la discussione va ripresa. E potrà  essere facilitata dall’esito del voto, che ha individuato nella costituzione della nuova cooperativa il terreno su cui misurare la capacità  di fare il «nuovo» manifesto. Chi farà  parte del gruppo di lavoro ha avuto un mandato preciso, raccogliendo un ampio consenso.
Il conflitto tra punti di vista differenti è stato da sempre la linfa vitale de il manifesto. Ma da questa situazione di crisi non si esce cancellando l’eterogeneità  delle culture politiche presenti nel giornale. Semmai va valorizzata, messa al lavoro per fare un giornale adeguato a una realtà  che ha mandato in frantumi la bussola che ha fornito, in passato, al collettivo la direzione da seguire. Serviva e serve costruirne una nuova, per non smarrirsi. Per fare questo c’è bisogno dell’apporto di tutti, anche se sappiamo che molti dei soci dipendenti non potranno far parte della nuova cooperativa. L’uscita dalla liquidazione coatta ammnistrativa pone infatti un vincolo inaggirabile. Il futuro manifesto dovrà  infatti rispettare una condizione preliminare: il bilancio esige di essere in pareggio. È il passaggio più doloroso che il collettivo è tuttavia disposto a compiere per garantire il futuro a un giornale nel quale il lavoro coincide con una scelta di vita. Nei giorni scorsi abbiamo cominciato a discutere con i circoli de il manifesto – la componente organizzata di quell’irrinunciabile patrimonio che sono i nostri lettori e collaboratori – su come impostare una agenda di lavoro con loro, consapevoli del valore politico della loro proposta di proprietà  collettiva, ma altrettando consapevoli che è un obiettivo anch’esso difficile da raggiungere in tempi brevi.
Il gruppo eletto lo scorso fine settimana elaborerà  lo statuto della nuova cooperativa, un piano industriale adeguato e la pianta organica. Nei mesi scorsi sono state studiate ipotesi e proposte per far sì che il numero dei soci dipendenti della futura cooperativa sia il più ampio possibile, prospettando anche un numero di soci non dipendenti per garantire che il nucleo «storico» – compagni e compagne che in passato hanno fatto la scelta del prepensionamento per ridurre il costo del lavoro, continuando tuttavia scrivere e a collaborare – ne possa fare parte. I tempi di lavoro saranno necessariamente brevi – l’esercizio provvisorio ha termine il 31 dicembre – ma il gruppo di lavoro parlerà  con i soci della cooperativa in via di liquidazione per illustrare le funzioni e la pianta organica del nuovo manifesto, nel rispetto dei diritti individuali e collettivi dei soci dipendenti.
La nuova cooperativa è la condizione necessaria, ma non sufficiente per continuare l’esperienza del manifesto. Serve infatti un piano editoriale per il suo rilancio. Nel corso delle ultime assemblee del collettivo è però emersa la necessità  della stesura di una carta degli intenti che sintetizzi gli obiettivi politico-editoriali del nuovo manifesto. Come è costume al manifesto, il gruppo di lavoro si presenterà  in assemblea sottoponendo al collettivo le proposte del piano industriale, dello statuto della nuova cooperativa e la carta degli intenti.


Related Articles

Discorsi d’odio e fake news. Giulietti (Fnsi): «Serve un’autocritica fra i giornalisti»

Loading

Il presidente della Federazione della stampa: . Alcuni cronisti hanno inseguito l’onda dell’odio. L’Agcom fornisca di dati precisi. La provenienza degli autori del delitto non è stata verificata. Si apra un dibattito nelle redazioni

La pagina più brutta della storia de «El Paà­s»

Loading

L’autorevole quotidiano spagnolo è sano e produce utili ma il gruppo Prisa (3 miliardi di buco) decima i reporter e paga i manager del disastro con 1 milione al mese. È rottura definitiva tra proprietà  e sindacati

Giornali e notiziari online: «Possibile un accordo fruttuoso fra Google ed editori»

Loading

Gli ospiti al convegno di Google sull'editoria digitale tenutosi a Roma  Gli ospiti al convegno di Google sull’editoria digitale tenutosi a Roma

il futuro dei giornali: verso il web-quotidiano personalizzato

Il sottosegretario Legnini al convegno di Google su digitale industria dei contenuti: governo può mediare

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment