Ancora un anno di rigore in Irlanda

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Dublino deve trovare in fretta 3,5 miliardi di euro, per salvare le banche, in particolare l’ex Anglo-Irish Bank, nazionalizzata, ma di cui lo stato ha garantito di pagare i debiti. Dal 2008, anno del crack della bolla immobiliare, i cittadini irlandesi hanno subito 25 miliardi di misure di austerità . Sono stati applauditi dai partner, mostrati ad esempio per la forza della sopportazione, rispetto ai più rumorosi cittadini greci o spagnoli. Ma il debito del paese, che era del 25% nel 2007, si è impennato al 117% quest’anno. Il deficit, che era del 9,1% l’anno scorso, è ora all’8,2%. La scorsa settimana, la Grecia ha ottenuto un po’ di respiro con l’allungamento dei tempi del rimborso. Dublino ha sperato di poter avere un’analoga concessione. Ma i ministri delle finanze dell’Eurogruppo non ne vogliono sapere, per non dare “bruti segnali” a tutti i debitori. L’Irlanda aveva sperato che, con il risultato del Consiglio europeo di giugno e la promessa fatta alla Spagna di tagliare il cordone ombelicale che lega il buco bancario alle finanze pubbliche, ci sarebbe stato un po’ di respiro per i conti dello stato. Ma Germania, Olanda e Finlandia hanno poi rivisto l’accordo, perché rifiutano di pagare per gli altri e per gli errori del passato. Cosi’ Dublino è con le spalle al muro: entro marzo deva pagare 3,1 miliardi, per rimborsare l’assistenza finanziaria dell’Europa causata dal crack delle banche. Di qui il nuovo giro di vite, contro il quale i cittadini cominciano a rivoltarsi.
Ma anche fuori dall’euro, in Europa regna l’austerità . Mercoledi’, il ministro delle finanze britannico, George Osborne, ha ammesso che il rigore durerà  più a lungo del previsto, almeno fino al 2018. La Gran Bretagna non ha rispettato il programma di riduzione del debito, che salirà  al 97% nel 2015. Le agenzie di rating Fitch e Moody’s minacciano Londra di downgrading, di farle perdere il voto AAA (Standard & Poor’s invece lo conferma). Le previsioni per la Gran Bretagna sono di recessione quest’anno, con un calo del pil dello 0,1% e una lieve ripresa nel 2013, con più 1,2%, rivista al ribasso rispetto alle ultime previsioni. Ma Osborne si difende: c’è “una moltitudine di problemi che vengono dall’estero” afferma. Londra battaglia contro l’Unione bancaria, che i paesi della zona euro stanno mettendo a punto (con molte divisioni). La Gran Bretagna teme vincoli per la City, che lotta per conservare la supremazia. I ministri delle finanze si incontrano il 12 dicembre, alla vigilia del Consiglio europeo, che dovrebbe concludersi con un accordo (almeno politico) sull’Unione bancaria, tassello per uscire dalla crisi dei debiti sovrani.


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