La Bce lascia i tassi invariati “Ripresa graduale nel 2013”

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ROMA — Mario Draghi taglia le stime di crescita, annuncia che la debolezza economica di Eurolandia «proseguirà  anche l’anno prossimo» e ipotizza una graduale ripresa solo «alla fine del 2013». L’inflazione rallenta, è «sotto il 2%» e vi sono rischi al ribasso. Nella conferenza stampa che segue la riunione del board, il presidente della Bce sceglie di lasciare invariato il costo del denaro — decisione presa «a maggioranza e con ampio consenso» — e fa sapere che s’è cominciato a parlare
di «tassi negativi». «Abbiamo brevemente toccato la complessità  che una simile misura richiede e le possibili conseguenze non volute ». L’applicazione di tassi negativi significa far pagare degli oneri a chi deposita soldi, piuttosto che ricevere degli interessi. Sarebbe, dunque, un modo per costringere le banche a non lasciare i loro soldi alla Bce e a spostarli altrove, facendoli circolare.
Draghi evita qualsiasi accenno alle turbolenze politiche di casa, ai timori di una crisi, alle reazioni negative dello spread. A domanda, risponde: «Sorry, non commento la specifica situazione italiana ». Non si sbilancia neppure sulle prospettive della Grecia: «E’ troppo presto per dire come sta andando il riacquisto di titoli». Ci
tiene a confermare liquidità  illimitata alle banche «per tutto il tempo necessario» e comunque fino a luglio prossimo. E, soprattutto, insiste nel dire che «è cruciale » concludere il lungo processo che dovrà  portare ad una supervisione bancaria unica, pre-condizione per una unione dei mercati. «E’ un imperativo», ripete il banchiere che su questo specifico punto ha scritto una nota insieme ai presidenti Ue Van Rompuy, Barroso e Juncker per scandire i tempi: dibattito stretto subito, all’inizio del 2013 per essere «pienamente operativi» dal 2014.
Quello sarà  â€” o meglio, dovrebbe essere — l’anno dell’uscita dalla crisi: piccoli-grandi segnali di miglioramento della fiducia già  s’intravedono in Italia, Francia e Germania. Così, per la prima volta, i tecnici dell’Eurower si spingono a ipotizzare per il 2014 una ripresa compresa tra lo 0,2 e il 2,2%: Draghi pungola i governi ad approfittare di questi spiragli per continuare a risanare i conti. Nell’attesa però gli analisti Bce rivedono al ribasso le stime sul Pil di quest’anno (tra meno 0,6% e meno 0,4%) e riducono in modo vistoso le previsioni 2013, (tra meno 0,9% e più 0,3%). «Persistenti incertezze», chiosa il presidente.
Eurolandia in recessione, dunque.
Eurostat conferma le stime di novembre. Nel terzo trimestre il Pil dell’area scende dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti. Quello italiano resta a meno 0,2% (era a meno 0,7% nel secondo trimestre e meno 0,8% nel primo). Mini crescita in Germania e Francia (più 0,2%). Spagna a meno 0,3% e Portogallo a meno 0,8%.


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