“Monti si deve candidare, noi saremo con lui”
REGGIO EMILIA — Ci sarà una “lista Monti” alle prossime elezioni. Con Monti, se l’attuale premier deciderà di candidarsi, o con “l’agenda Monti”, se il Professore farà invece un passo indietro.
Di certo è Monti, con la sua politica di discontinuità con il passato, il fulcro della proposta che il rassemblement catto-liberale di Verso la Terza Repubblica si prepara a presentare agli elettori. L’hanno annunciato a Reggio Emilia Luca Cordero di Montezemolo, presidente di Italia Futura, e il leader delle Acli, Andrea Olivero, che per candidarsi si dimetterà dall’associazione.
Comunque la campagna elettorale è cominciata e nei prossimi giorni partirà anche la raccolta delle firme per presentare le liste. Con l’Udc di Pier Ferdinando Casini sono in corso i negoziati. E dal premier basterebbe che arrivasse un endorsement per dare più forza al progetto, alternativo alla destra di Silvio Berlusconi e al centrosinistra costruito sull’asse Bersani-Vendola.
Ha detto Montezemolo: «Se il presidente Monti, come auspichiamo con rispetto e fiducia, vorrà interpretare nel modo più alto il suo rinnovato spirito di servizio nella guida del Paese, io, noi, saremo al suo fianco con grinta e determinazione». Lo stesso Montezemolo non ha ancora sciolto la riserva su una sua eventuale candidatura. Ma quel «io» sembra non casuale. Tutto, in ogni caso, dipenderà da ciò che deciderà di fare il presidente del Consiglio. Con Monti schierato il presidente della Ferrari farà la campagna elettorale ma senza puntare a un seggio parlamentare. Altrimenti dovrà decidere e in tempi strettissimi.
Quella di ieri a Reggio Emilia, nel bellissimo Teatro Municipale intitolato a Romolo Valli, era la prima uscita al nord di Verso la Terza Repubblica. Teatro pieno, senza claque. Sobrietà montiana, insomma. Nelle prime file imprenditori: dall’ex presidente della Confindustria dell’Emilia Romagna, Anna Maria Artoni, a Paolo Pizzarotti, costruttore di Parma. E poi “osservatori” della politica locale come il sindaco Graziano Delrio e il presidente del consiglio regionale Matteo Ricchetti, entrambi renziani. Tanta piccola borghesia ma pure quattro operai delle fonderie di Maranello.
E’ l’interclassismo il tratto del nuovo movimento che sta diventando partito. Una sorta di nuova Democrazia cristiana nella quale far convivere il solidarismo cattolico delle Acli, della Cisl di Raffaele Bonanni e della Comunità di Sant’Egidio del ministro Andrea Riccardi, con il rigore europeo nella gestione del bilancio pubblico e il valore del merito e della competizione. Una «nuova casa per gli italiani», dice Montezemolo. Per rompere lo schema che riporta al ‘94, quando c’era già Silvio Berlusconi e quando al posto di Bersani c’era Occhetto. «Il paese è prostrato ma la classe politica prepara a ripresentare quella stessa offerta che ci ha portato al disastro attuale» Senza mai assumersi le responsabilità . Ciò che invece fanno tutti gli altri nella sfera civile. Per non tornare indietro, allora, serve la discesa in campo proprio della società civile. Lo dice Olivero, lo spiega il presidente della Provincia di Trento, Lorenzo Dellai. «Non ci si può lamentare stando sempre in tribuna », dice Montezemolo. «Milioni di italiani chiedono una rappresentanza nel nome di una discontinuità costruttiva e di un’agenda popolare, liberale e riformista». Dunque, una diversa classe politica.
Montezemolo loda, tra gli applausi in sala, il tentativo di Matteo Renzi («ha ridato dignità alla politica») di scalata alla premiership del centrosinistra, combattendo «contro le oligarchie di partito ma soprattutto contro una visione vecchia ed ideologica del proprio schieramento ». E Berlusconi? «Un marziano che è tornato a raccontare le favole». Punto.
Non nasconde il leader di Italia Futura che ci sia il rischio di una sconfitta. Ma anche questa è la novità : dire la verità . Come Monti che anziché «andare a cercare gli Scilipoti di turno per garantirsi qualche giorno in più a Palazzo Chigi, e vivacchiare, ha annunciato
che si dimetterà ». Discontinuità .
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